“Sostenere Alfano con un nuovo corso del Pdl e il partito unico con Casini”

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“Sostenere Alfano con un nuovo corso del Pdl e il partito unico con Casini”

16 Febbraio 2012

Il progetto è il sogno di Berlusconi: il partito unico dei moderati italiani. Che tradotto vuol dire: con Casini, un patto federativo con la Lega al Nord e altri partiti regionalisti al Sud. Ci sta lavorando Alfano ed è uno degli obiettivi che Franco Frattini vorrebbe realizzare entro il 2013. In mezzo, però, ci sta l’Udc che nicchia e le fibrillazioni nel Pdl che in alcuni casi rischiano di diventare un attacco alla segreteria di via dell’Umiltà. L’ex ministro degli Esteri ha una ricetta per superare entrambi gli ostacoli.

Onorevole Frattini, il Pdl rischia di fare la fine delle Olimpiadi a Roma che non possiamo permetterci in un tempo in cui la politica è considerata poco credibile?

Non credo. I passi di queste ore dimostrano che il nuovo corso del partito è una realtà. Ne ero convinto e lo avevo auspicato. Le mosse di Alfano sui congressi vanno in questa direzione, dunque andiamo avanti anche perché dobbiamo dare ai nostri elettori un segno di serietà e trasparenza.

A proposito di Olimpiadi, favorevole o contrario alla decisione di Monti?

Ho visto le motivazioni e userei la stessa espressione del premier Monti e di qualche ministro: con profondo dolore abbiamo dovuto far prevalere il rigore e l’immagine di serietà anche perché si sarebbe trattato di spalmare i costi sui molti e molti anni furti e questo è un governo che non può ipotecarli sui prossimi cinque-sei anni.

C’è un deficit di politica nei partiti? E come si supera?

Un po’ sì. Va superato partendo dalle cose sulle quali le forze politiche concordano, anche in virtù di questo armistizio temporaneo che poi auspico diventerà permamente.

Sì ma in che modo?

Cominciando a fare le cose che tutti promettiamo: riduzione del numero dei parlamentari, Senato federale, trasparenza nei bilanci dei partiti, superamento del bicameralismo perfetto. Il Pdl  ha avviato un giro di consultazioni e gi altri partiti hanno detto sì su alcune questioni. Bene, adesso sediamoci attorno a un tavolo e diciamo: questo mese si fa il Senato federale, il prossimo diamo corso a un’altra riforma. La gente chiede e vuole i fatti. Gli annunci sono importanti, anche perché fino a tre mesi fa c’era la ‘guerra’ tra i partiti ma proprio per questo ora bisogna agire con atti concreti.

Eppure la sensazione è che ad oggi il Pdl non abbia ancora prodotto un’offerta politica convincente, il partito sembra muoversi al rallentatore? Perché?

Questa offerta l’abbiamo prodotta, ma è vero, non l’abbiamo ancora elaborata. L’offerta è: costruire la costituente popolare italiana, unire nel nel nostro Paese coloro che sono già uniti in Europa. L’offerta esiste, non l’abbiamo elaborata perché finora i nostri interlocutori hanno un po’ nicchiato…E tuttavia molto dipenderà dalla legge elettorale.

Cioè?

Se facciamo il Senato federale la legge elettorale per Palazzo Madama non serve più in quanto i senatori federali verranno indicati dalle Regioni; quindi molto dipende dai modelli che definiremo nei prossimi mesi. Quanto all’elaborazione dell’offerta politica la strada non è difficile.

Ha qualche idea, proposta?

Penso a una prima fase in cui arrivare a una federazione tra i partiti che poi potrebbe riguardare un patto con la Lega, come accade in Germania tra la Cdu della Merkel e la Csu bavarese. Quest’ultimo è una forza politica regionale come la Lega e da trent’anni ha un patto federativo con la Cdu; lavorano insieme, perché non dovremmo farlo noi? Dunque: una costituente popolare con le realtà federaliste e regionaliste del nord e del Sud.

Nel frattempo i sondaggi danno il Pdl poco sopra il 20 per cento. Cosa c’è da fare?

Io ci credo poco. I sondaggi rilevano percentuali in calo dovute a una fase di incertezza della politica. Quando si dirà queste sono le alternative, da un lato l’area popolare che si riunifica; dall’altra un’alleanza che comprende Di Pietro e Vendola, il quadro sull’appeal elettorale sarà più chiaro e definito. Il punto è che c’è un 45-50 per cento di indecisi e molti sono elettori di centrodestra. Occorre rimotivarli con il nuovo corso del partito degli onesti, con regole chiare, trasparenza e serietà. Si tratta di elettori moderati e non penso che possano trovare convincente l’offerta della sinistra radicale.  

Non sarà un po’ troppo ottimista?

Io sono ottimista e penso che noi potremo tornare al livello delle politiche 2008.

Lei ha dichiarato che Monti va sostenuto con convinzione, costanza e impegno duraturo. Ma a quale prezzo per il Pdl in termini di rilancio programmatico e consenso elettorale?

Noi dobbiamo prepararci al 2013 con un programma elettorale e politico che in parte si può basare anche su quello che Monti sta cominciando a fare per rilanciare la crescita. Liberalizzazioni, riforma del mercato del lavoro sono temi che stavano nel nostro programma, siamo noi che poi non le abbiamo fatte a causa di veti o guerre ideologiche. Del resto molte delle cose che questo governo sta attuando le condividiamo perché sono in continuità con l’azione del governo Berlusconi. Il prezzo politico lo abbiamo pagato con la stangata della manovra economica, ma pensi al prezzo che dovrà pagare il Pd per far capire ai propri elettori che il mercato del lavoro va riformato anche senza l’accordo con la Cgil. E Monti lo farà.

Sì ma nel Pdl stanno emergendo insofferenze e malumori rispetto a temi strategici, penso ad esempio alla sicurezza. Del resto, basta vedere come è andato il voto di due giorni fa alla Camera sullo svuota carceri. Non ritiene che proprio in tema di sicurezza e non solo, il Pdl lasci strada alla Lega?

Sulla situazione carceraria con Alfano ministro della Giustizia avevamo cominciato a studiare un provvedimento non identico ma che andava nella stessa direzione del dl Severino. Poi la Lega si mise di traverso confondendolo con un indulto mascherato, cosa che non è. Il nostro è un elettorato moderato che non urla, non fa battaglie ideologiche tantomeno demagogiche e guarda alla realtà delle cose. Ci sono casi che dicono chiaramente una cosa: finchè non verranno costruiti nuovi istituti di pena, la detenzione nelle carceri rappresenta un fattore criminogeno, alimenta una più aspra rabbia sociale. Quando sentiamo le parole del Papa che invita a provvedimenti di decongestionamento e di maggiore umanità per affrontare il problema del sovraffollamento, come facciamo a voltarci dall’altra parte? Quello varato dalla Camera è un provvedimento che riconosce che in alcuni casi, stare in carcere è molto peggio per la rieducazione della persona che stare agli arresti domiciliari.

Malumori e tensioni anche sulla linea politica di Alfano considerata, specie nelle file degli ex An ma non solo, troppo soft nei confronti del governo Monti. Formigoni lancia Passera alle primarie Pdl per sbarrare la strada al leader del partito. E’ in corso un attacco alla segreteria?

Siccome sono un sostenitore dell’esecutivo Monti e di Alfano le questioni stanno insieme. Per portare avanti una seria candidatura del nostro segretario con le primarie e per farlo prevalere su potenziali avversari che legittimamente si potranno presentare – lo stesso Formigoni se lo riterrà – occorre costruire un’unica cosa: un nuovo corso del partito senza arretramenti, sena se e senza ma. Le decisioni assunte da Alfano confermano che quella è la direzione. Tanti colleghi che venivano da An ma anche da Fi hanno avuto maldipancia ma molti di loro hanno anche cambiato idea: è un aspetto positivo. Il fatto di un possibile attacco alla segreteria è molto pericoloso sul quale lavorare da ora con argomenti concreti.  E’ ovvio che Formigoni pone problemi intanto non chiarendo se sarà uno dei candidati alle primarie. Ma se lo dovesse fare, ci sarà una competizione trasparente: per quanto mi riguarda la soluzione è Alfano.

Vale anche per Casini?

Casini ha la possibilità di negoziare, di lavorare con noi alla costituente popolare. Poi decideremo in base ai criteri che verranno fissati per le primarie.

Dunque anche il leader Udc potrebbe ambire alla premiership?

Intanto manca ancora una condizione fondamentale: il partito unico dei popolari italiani. Se lo costruiremo con l’Udc e Casini volesse candidarsi alle primarie è chiaro che non gli sarebbe impedito. Ma ad oggi mancano tre cose essenziali: il partito unico, il fatto che Casini possa decidere di candidarsi e primarie allargate. Oggi l’unica cosa certa è che non ci sono più candidati con investiture dall’alto.

Idem per il ministro Passera?

E’ un’idea che, come è già stato detto, pone ulteriori e ancor più gravi domande. Non vediamo Passera che si iscrive al Pdl, partecipa alla vita del partito e decide di concorrere alle primarie. Passera può avere ambizioni politiche legittime, se sarà veramente così ce ne parli e valuteremo. Ma mi sembra difficile catapultare una personalità molto autorevole del mondo finanziario, bancario e industriale sulla sedia di Palazzo Chigi senza un percorso che non può essere diverso da quello che abbiamo già fissato.

Significa che ha già archiviato Berlusconi e il berlusconismo?

Tutt’altro. Il progetto del partito unico dei moderati è il sogno di Berlusconi e diciassette anni di berlusconismo hanno avuto il grande merito di cambiare in modo irreversibile il quadro politico. Io mi sto impegnando su questo perché Berlusconi si merita di avere questa soddisfazione importante. Berlusconi se lo merita: rimbocchiamoci tutte le maniche per farlo.