Sostenibilità e responsabilità, ragioniamoci nel 2020

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Sostenibilità e responsabilità, ragioniamoci nel 2020

Sostenibilità e responsabilità, ragioniamoci nel 2020

02 Gennaio 2020

Una riflessione per l’agenda 2020 della politica. Sostenibilità e responsabilità devono essere alcuni dei valori portanti del nuovo anno. Dobbiamo pensare ad un futuro diverso che deve necessariamente poggiare sul concetto della responsabilità e quello della sostenibilità in campo ambientale, economico e sociale, senza farne una bandiera di destra o di sinistra. Il paradigma della politica è sempre più tra chi ha i piedi affondati nel passato e chi si muove già verso il futuro. L’Italia del domani e quella di ieri. Il 2019 si è chiuso con la delusione per i mancati impegni della Cop25 di Madrid, che è fallita – e va detto chiaro: è uno scacco al futuro che ci riguarda tutti. Ecco perché parto dalla sostenibilità rispetto all’ambiente: negli ultimi anni abbiamo assistito a catastrofi ambientali e fenomeni ai quali non eravamo abituati che hanno portato a centinaia di migliaia di vittime, a miliardi di danni. Anche il clima anomalo di queste ultime settimane è un segnale: siamo passati in pochi giorni dalle copiose piogge di inizio dicembre che hanno prodotto danni in diverse località (Liguria, Venezia) al caldo anomalo dei giorni di Natale. Il 2019 si è chiuso con 157 fenomeni estremi: allagamenti, frane, trombe d’aria, incendi, siccità.

Non a caso, essendo quelli che si proiettano nel futuro, a mobilitarsi quest’anno sono stati soprattutto milioni di studenti in tutto il mondo. Iniziative che hanno prodotto effetti positivi sul fronte della sensibilizzazione; ma poi sono gli adulti a dover intervenire. E purtroppo non lo fanno.

Non bastano più le sole adesioni alle convenzioni internazionali ma occorre un’accelerazione verso un nuovo modello, a partire dalla produzione di energia da fonti rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare, trasporti a basse emissioni.

Rispettare l’ambiente vuol dire prima di tutto rispettare noi stessi e la nostra salute. Soprattutto delle fasce più deboli come anziani e bambini come era emerso nel corso della V Conferenza Mondiale Ambiente e Salute che avevo organizzato nella nostra città alla presenza di 103 Ministri dei principali Paesi industrializzati dedicata proprio alla salute dei bambini e alla necessità di coniugare le politiche ambientali con quelle della salute.

Conferenza che ero riuscito ad organizzare a Parma (prima città in Italia) con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i Ministeri dell’Ambiente e della Salute dei principali paesi del mondo anche grazie ai progressi e alle conquiste in termini ambientali e di vivibilità che la nostra città aveva conseguito.

Settore quello dell’ambiente e della mobilità sostenibile a cui ho dedicato 13 anni di duro lavoro che ha di fatto impostato e avviato tutte le politiche ambientali (prima praticamente assenti) e rivoluzionato la mobilità. Grazie a quell’impegno Parma era passata dalla 69^ posizione (maglia nera in Italia) al podio nazionale dopo una lunga e inesorabile risalita.

Un risultato che premiava le politiche attivate in tutti gli ambiti: dalla costruzione di oltre 90 km di nuovi percorsi ciclabili alla realizzazione di zone pedonali che sono diventate il salotto della città alla costruzione e spostamento del traffico di attraversamento sulle tangenziali (prima inesistenti) al potenziamento del trasporto pubblico con servizi nuovi (come in nessuna altra città in Italia) al contributo comunale per l’acquisto di oltre 5000 biciclette elettriche (quando ancora nessuno parlava dell’elettrico), all’implementazione di un nuovo sistema di raccolta rifiuti domiciliare che aveva portato dal 13% al 75% nelle frazioni la percentuale di raccolta differenziata, alla costituzione di una società dedicata alla mobilità sostenibile (Infomobility) che aveva implementato tra i primi in Italia servizi come il car sharing e il bike sharing. Ingenti investimenti erano stati dedicati per la costruzione di diversi parchi in citta’ e nelle frazioni. Avevo inoltre guidato per sette anni la conferenza degli amministratori di oltre 500 comuni grazie ad un progetto che avevo costruito con il Ministro dell’Ambiente, grazie al quale abbiamo investito 24 milioni di fondi Ministeriali incentivando la conversione a gas di oltre 75000 veicoli e la costruzione di distributori a metano per flotte pubbliche.

E’ stata una conquista di civiltà e vivibilità prima ancora che ambientale. La fotografia di una città che ha recuperato in ambiti che la vedevano in forte ritardo collocandosi poi ai primi posti in Italia per isole pedonali, ciclabilità, verde fruibile, trasporto pubblico seguendo lo stesso percorso che avevano avviato anni prima molte città europee che sono diventate aperte, solidali e sostenibili con un’alta qualità della vita.

Certo ancora molto rimane da fare. Il sistema del trasporto merci va completamente ripensato fuori e dentro le città. In particolare all’interno delle aree urbane bisogna limitare l’accesso ai soli mezzi di trasporto merci a trazione elettrica o metano abbattendo così l’impatto ambientale riprendendo ed eventualmente anche migliorando il percorso e l’idea che era stata avviata anni fa a Parma con l’introduzione della city logistic per la consegna delle merci in centro storico con mezzi a metano (che aveva ottenuto il premio Civitas Award 2010 della commissione europea). Inoltre bisogna immaginare un’infrastruttura alternativa all’autostrada e l’unica è il treno. Si tratta di una soluzione che richiede tempo ma sulla quale bisogna puntare se si vuole intervenire sulla congestione e sull’inquinamento. Lo dimostra anche il successo dell’alta velocità: “oggi per andare da Roma a Milano si sceglie il treno. Dieci anni fa non era così e questo dimostra che quando ci sono servizi rapidi di mobilità, la domanda di auto diventa sempre meno importante”.

Ma la sostenibilità va intesa non solo in campo ambientale ma anche in quello economico e sociale.

Le famiglie sono sempre piu’ piccole. E’ notizia proprio dell’ultimo giorno del 2019 che continua il calo delle nascite, minimo storico dall’Unità d’Italia. L’Italia è tra i paesi piu’ vecchi al mondo.

Ci troviamo di fronte ad un welfare che fa fatica ad offrire i servizi sociali di cui i cittadini hanno bisogno. E c’è un gap drammatico tra domanda e offerta di servizi pubblici. Un gap che va colmato solamente ripensando a nuovi modelli di welfare a partire dal sostegno alla famiglia, al volontariato, al privato sociale e a sistemi di welfare aziendale per migliorare la vita di tutti e soprattutto delle persone piu’ bisognose che vivono all’ombra delle luci del paese benestante.

La sfida cruciale è infatti quella di costruire un sistema economico e industriale che premia chi agisce con obiettivi ambientali e sociali che tendono a migliorare la qualità della vita di tutti. Se fino a qualche anno fa parlare di economia sostenibile era qualcosa di relegato a ideologie utopistiche, oggi l’attenzione alle tematiche ambientali e sociali si impone anche in campo economico e finanziario.

In questo contesto, “un approccio di economia circolare” è il modo migliore per soddisfare quattro principali elementi del nostro ecosistema: cibo, ambiente, sviluppo economico e salute.

Non possiamo risolvere i nostri problemi con lo stesso modo di pensare che abbiamo usato quando li abbiamo creati, insegnava Albert Einstein. Aveva ragione.

*ex sindaco di Parma