Souad Sbai: I Dico sono il cavallo di Troia verso la poligamia
09 Maggio 2007
Il 12 Maggio in piazza S. Giovanni non ci saranno soltanto il comitato laico e le associazioni cattoliche in difesa della famiglia, ma anche la comunità islamica. Souad Sbai, presidente dell’Associazione donne marocchine d’Italia, insieme con Dounia Ettaib, presidente dell’Associazione Donne immigrate in Lombardia, e Saber Mounia, presidente dell’Associazione bambini stranieri non accompagnati, hanno annunciato la loro partecipazione alla manifestazione in favore della famiglia e contro il riconoscimento delle coppie di fatto. Souad Sbai attacca i Dico, non tanto perché contraria a realtà diverse dalla famiglia tradizionale, quanto perché potrebbero essere “un cavallo di troia verso la poligamia”.
Souad Sbai, cosa intende con questa espressione?
Semplicemente che in futuro si potrebbero introdurre altri riconoscimenti giuridici dei conviventi che potrebbero aprire la strada alla legalizzazione di nuove forme di poligamia.
Praticamente è meglio dire subito no?
Certo. Per evitare che qualcuno dica “perché non anche a noi?”, come del resto già sta succedendo. E a quel punto sarebbe quasi discriminatorio non assecondarli. Si finirebbe per autorizzare “forme di famiglia” che non ci appartengono.
Qual è la famiglia che ci appartiene?
La famiglia che ha dei valori e che pensa a fare dei figli. La famiglia è il centro, il fulcro della società. Senza famiglia non c’è società. Io sono felicemente sposata da 27 anni, vorrei trasmettere questi valori ai miei figli e ai miei nipoti.
E il family day serve proprio per appoggiare la famiglia e dire no ai Dico…
Infatti è una manifestazione importante: l’idea che sta a monte dei Dico è sbagliata. Bisogna pensare a rieducare la famiglia e i figli, quindi il sistema. Perché se il sistema continua su questa strada crea solo disordine, e questo non porta a niente di buono.
Cosa pensa di quella parte della maggioranza di governo che appoggia altre forme di famiglia?
Sbaglia. È una illusione credere in altro. Io non sono contraria alle coppie omosessuali ma secondo me il governo deve essere il primo a promuovere la famiglia. Alcuni politici farebbero meglio a pensare alla crisi della società, alla disoccupazione e a come i nostri figli reagiscono.
Perché le donne musulmane devono partecipare al Family Day?
Perché siamo innanzitutto donne. Poi perché siamo donne laiche, arabe e musulmane. E poi perché siamo per la famiglia.
Lei è Presidente dell’Associazione delle donne marocchine in Italia. Cosa pensa del nuovo disegno di legge sull’immigrazione?
Farei un’altra manifestazione. L’autosponsor e altre cose simili ci sembrano ben poco utili. Qui in Italia noi abbiamo già tantissimi immigrati che lavorano e invece di fare una sanatoria, ne facciamo entrare altri e li regolarizziamo. Mi sembra proprio un comportamento poco intelligente.
Souad Sbai ci sarà il 12 Maggio?
Certamente, la famiglia è la cosa più importante della società, io il Family Day lo farei una volta alla settimana.