Spagna in cerca di maggioranza, bipartitismo in crisi

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Spagna in cerca di maggioranza, bipartitismo in crisi

Spagna in cerca di maggioranza, bipartitismo in crisi

21 Dicembre 2015

A spoglio quasi concluso, le elezioni in Spagna confermano a grandi linee i risultati attesi: il partito popolare del premier Rajoy vince raccogliendo oltre il 28% dei voti (ma erano il 44% nel 2011), seguito dai socialisti del PSOE con il 22% (28,7% nel 2011), mentre avanza Podemos soprattutto tra l’elettorato giovanile e si piazzano bene anche i centristi di Ciudadanos. Gli altri seggi saranno spartiti tra nazionalisti catalani e del partito basco.

 

"Il bipartitismo è finito ed entriamo in una nuova era del nostro Paese", ha commentato a caldo il portavoce di Podemos Inigo Errejon, rendendo lampante la situazione di estrema frammentazione che si apre adesso nella politica spagnola. Nessun partito infatti sembra aver ottenuto una maggioranza in grado di governare.

 

36 milioni di cittadini erano stati chiamati alle urne per dare un giudizio sui quattro anni di governo Rajoy: il premier ha saputo traghettare il Paese fuori dalla crisi economica ed è riuscito a stabilizzare e far ripartire l’economia, che cresce al 3% annuo, più dell’Italia. Ma Rajoy non è riuscito ad arginare la crescente disoccupazione (4,8 milioni di persone), una situazione che è andata aggravandosi negli ultimi anni. A pesare sul voto anche il caso Abengoa, l’azienda delle rinnovabili semifallita a novembre.  

 

Come avevamo anticipato ieri, dunque, anche la Spagna segue quanto è già accaduto in Francia. Il bipartitismo tradizionale che ha contraddistinto tutta la storia democratica della Spagna nei 40 anni trascorsi dopo il franchismo, ormai zoppica vistosamente. Discorso che ci riporta alla nostra riforma della legge elettorale e alla domanda: è giusto seguire senza correzioni la strada del bipolarismo?