Spagna: la legge sul velo infiamma la campagna elettorale

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Spagna: la legge sul velo infiamma la campagna elettorale

11 Febbraio 2008

La campagna elettorale sta entrando nel vivo. E se fino
adesso i toni sembravano pacati e le promesse di sgravi fiscali accomunavano i
due schieramenti, il lancio del “contratto d’integrazione” per gli immigrati ha
già modificato i toni della propaganda.

Insieme al progetto di riforma della legge
sull’immigrazione,  i popolari hanno
annunciato di volere limitare l’uso del velo islamico. La proposta di una
normativa ad hoc figurerà nel programma ufficiale che sarà presentato nei
prossimi giorni.

Sebbene  dalle
dichiarazioni rilasciate fino ad ora dal numero due del PP, Ignacio Astarloa,
emerge che  la misura non sarà netta e
prevederà un margine di discrezionalità 
nell’applicazione affidata alle dirigenze scolastiche e alle
amministrazioni di Ceuta e Melilla, in ogni caso essa avrà come obiettivo di
fondo  quello di evitare ogni forma di
discriminazione e di sottomissione delle giovani nelle scuole e quello di
favorire un più chiaro riconoscimento dell’identità delle donne musulmane
residenti in Spagna.

I primi commenti di esperti giuristi consultati dal
quotidiano El Pais appaiono
abbastanza scettici sulla proposta. Alcuni, 
sovvertendo il campo d’applicazione dell’ambito discriminatorio,
avvertono   che una proibizione legale
della hiyab sarebbe ingiusta e la
normativa dovrebbe pertanto essere estesa anche gli altri simboli religiosi
quali i crocifissi cristiani e la kipa’ ebraica.
Altri invece  credono che una tale misura
richieda un dibattito sociale e giuridico più ampio giacché   un’eventuale proibizione andrebbe ad
intaccare i diritti religiosi e a ledere i diritti fondamentali quali  quello dell’immagine.

La questione è controversa e sicuramente susciterà un dibattito
ancora più acceso dopo la presentazione ufficiale dei programmi. La
vicepresidente del governo ha già manifestato la sua reazione alla proposta dei
popolari. Secondo Fernandez de la Vega, in Spagna l’uso del velo islamico non
costituisce un problema e le proposte formulate tanto sulla legge
sull’immigrazione quanto sul velo mettono in evidenza “la bassa considerazione
in cui sono tenuti gli immigranti dal PP, e non fanno altro che incentivare il
razzismo e la xenofobia”.

Per tutta risposta quotidiani vicini ai popolari  hanno pubblicato oggi le dichiarazioni del
presidente Sarkozy sulla necessità di stabilire delle quote d’immigrazione per
offrire reali opportunità d’integrazione in Francia a chi decide di
trasferirsi, e hanno altresì rimarcato la fermezza della legislazione francese
nei confronti del velo.

A contrastare  le
dichiarazioni della vicepremier sull’inesistenza di un problema velo in Spagna,
balzano subito agli occhi i dati dei sondaggi d’opinione effettuati a marzo
2007 dal Real Instituto Elcano: il 61 per cento degli spagnoli si è detto
contrario all’uso del velo, contro un 18 per cento favorevole.

Ai popolari che vorrebbero prendere come riferimento la
legislazione francese in materia, si oppongono le forze che fanno riferimento
alla sinistra dello schieramento politico (non solo i socialisti) che portano
come esempio  la legislazione tedesca e
inglese. La prima permette l’uso del velo nelle scuole alle alunne (non alle
docenti), mentre la seconda demanda la decisione alla dirigenza scolastica dei
singoli istituti.