Spagna. Primo sì a uso lingue regionali in dibattiti Senato

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Spagna. Primo sì a uso lingue regionali in dibattiti Senato

29 Aprile 2010

Quattro lingue regionali potrebbero a breve essere usate nelle plenarie del Senato di Madrid accanto al castigliano, secondo un progetto di riforma del regolamento votato in prima lettura dalla camera alta, riferisce oggi la stampa spagnola.

Con i voti convergenti di socialisti e esponenti dei partiti nazionalisti, la seduta plenaria ha approvato la proposta del senatore della sinistra indipendentista catalana Erc, Miquel Bofill, di ammettere l’uso come lingue ufficiali del Senato anche del catalano, del basco, del galiziano e del valenciano. La riforma deve essere ora esaminata in commissione e poi sottoposta di nuovo alla plenaria per il voto finale. Se sarà accettata in ultima lettura, anche i senatori spagnoli, come gli eurodeputati, avranno come nuovo strumento di lavoro in plenaria la cuffia per l’interpretazione. Le quattro lingue regionali sono già usate nei parlamenti delle Comunità autonome (Regioni) di Catalogna, Galizia, Paesi Baschi e Valenciana.

Secondo i nazionalisti all’origine della proposta, l’introduzione delle 4 nuove lingue di lavoro costerebbe al senato circa 120 mila euro all’anno. Il Partido Popular, che si è opposto, ne stima invece il costo in circa un milione di euro. La misura è stata oggi criticata dal quotidiano conservatore El Mundo, che in un editoriale ha affermato che "il Senato sta per rendersi ridicolo in cinque lingue".