Spagna, psicodramma Psoe. Sanchez se ne va, spiragli su un nuovo governo
02 Ottobre 2016
di Redazione
In Spagna ci sono state due elezioni in meno di un anno e da nove mesi il Paese non riesce a darsi un nuovo governo. Ieri si è consumato un nuovo strappo in quella che possiamo definire ormai una profonda crisi politica: il segretario del partito socialista spagnolo (Psoe), Pedro Sanchez si è dimesso dall’incarico dopo essere stato di fatto sfiduciato dal suo partito.
Durante una lunghissima e agitatissima riunione a porte chiuse, le due anime del socialismo spagnolo si sono scontrate senza esclusione di colpi; l’ ex premier Felipe Gonzalez e Jose Luis Rodriguez Zapatero hanno guidato la fronda che ha poi portato, a fine giornata, alla sfiducia del segretario Sanchez. Da mercoledì, Sanchez farà i conti con le dimissioni di 17 membri della direzione del suo partito che hanno preso l’ iniziativa per costringerlo a rimettere il suo mandato per l’iniziativa intrapresa contro il partito popolare (Pp) di Mariano Rajoy.
Riferisce la stampa spagnola che il consiglio federale socialista ieri si è espresso con 133 voti contrari e 107 a favore su una mozione che prevedeva la tenuta di un congresso straordinario e di primarie in ottobre proposta da Sanchez, la cui posizione oltranzista stava portando la Spagna per la terza volta ad elezioni in meno di un anno.
Si è così consumato un nuovo atto dello psicodramma del partito socialista spagnolo: la bocciatura della mozione ha di fatto portato alle dimissione di Sanchez e forse a superare l’empasse per la formazione di un nuovo governo. Fino al congresso previsto per il 2017, il PSOE sarà guidato ora da una direzione provvisoria e probabilmente il nuovo segretario sarà Susana Diaz. Nelle ultime ore, anche il partito popolare (Pp) del premier uscente Mariano Rajoy non ha raggiunto voti sufficienti per formare una maggioranza. Se non sarà formato un governo entro la fine di ottobre, si tornerà a elezioni a dicembre per la terza volta.