Spagna, Rajoy ha finalmente formato la squadra. Governo filo Ue
04 Novembre 2016
Dopo dieci mesi la Spagna ha un governo, finalmente. Ci sono volti e nomi nuovi nel tentativo di aprire un rapporto di dialogo cruciale e difficile con una opposizione che è maggioranza in parlamento. Nel nuovo governo rimane con la carica di numero due la vicepremier Soraya Saenz de Santamaria, responsabile, per altro dei servizi segreti ma perde l’incarico di portavoce del governo che passa al titolare di Cultura e Educazione Inigo Mendez de Vigo.
Fra i nomi nuovi c’è il ministro degli Esteri, il 61enne Alfonso Dastis Quecedo, finora rappresentante della Spagna alla Ue, per rafforzare l’ala pro-europeista. Restano il ministro dell’Economia, Luis de Guindos, premiato con l’aggiunta per l’Industria, il ministro del Lavoro, Fatima Banez e quello delle Cristobal Montoro e del Lavoro Fatima Banez. Agli Interni arriva un volto nuovo, quello di Juan Ignacio Zoido, ex-sindaco di Siviglia. Volto nuovo anche il ministro dei Lavori Pubblici, Íñigo de la Serna, sindaco di Santander.
Il capogruppo del Partito Popolare, Rafael Hernando, ha dichiarato: “Abbiamo scelto per la continuità della squadra di Governo per l’economia, in un momento fondamentale per uscire dalla situazione che la Spagna vive da 5 anni”. Complessivamente i ministri nuovi sono 6. Le donne ministro sono 5 su 13. Alla Difesa va l’attuale segretario del Partito Popolare, Maria Dolores de Cospedal. Resta vicepremier Soraya Saenz de Santamaria, che sarà anche ministro per le Regioni. A lei toccheranno le delicate trattative con la Catalogna.
Dall’opposizione a caldo Psoe e Podemos hanno detto che questo non basta. Ciudadanos, che con i suoi 32 deputati su 350 puntella i 137 del Pp senza entrare nel governo, attende di vedere se Rajoy manterrà nei prossimi sei mesi gli impegni presi nel programma di riforme in 150 punti firmato per la sua investitura. Il premier punta a restare in sella 4 anni, tutta la legislatura. Ma dovrà negoziare tutto con l’opposizione che ha 180 deputati su 350, senza contare i 32 di Ciudadanos, in bilico fra opposizione e appoggio esterno.