Spazio. In orbita Smos, sentinella dei cambiamenti climatici
02 Novembre 2009
di redazione
Previsioni meteorologiche più precise, ma anche previsioni di eventi catastrofici come inondazioni, siccità, ondate di calore: sono le grandi promesse del satellite Smos, lanciato la notte scorsa dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) dalla base di Plesetsk, nella Russia settentrionale. Smos (Soil Moisture and Ocean Salinity) è stato lanciato dal vettore russo Rockot insieme con un compagno di viaggio, il piccolo satellite europeo Proba-2 (PRoject for OnBoard Autonomy), un dimostratore tecnologico grande come uno scatolone e pesante 130 chilogrammi, che per due anni sperimenterà nello spazio nuove tecnologie satellitari e farà osservazioni sul Sole. È invece di 3 anni (ma si ritiene già che potranno diventare5) la vita operativa di Smos, la seconda missione all’interno del programma dell’Esa di esplorazione della Terra.
Ad aprire la serie è stata Goce, che misura il campo gravitazionale terrestre. La prossima, nel febbraio 2010, sarà Cryosat-2, che per prima misurerà le variazioni nello spessore dei ghiacci. “Il successo del lancio è una buona notizia non solo per l’Esa, ma per tutto il mondo”, ha detto il direttore generale dell’Esa, Jean-Jacques Dordain. Dai dati di Smos “cercheremo di dedurre parametri essenziali, come i dati sulla salinità degli oceani, cruciali per studiare i cambiamenti climatici”, ha osservato il direttore del programma di Osservazione della Terra dell’Esa, Volker Liebig.
“Smos è uno dei satelliti più attesi dalla comunità scientifica di tutto il mondo”, ha detto la responsabile del programma, Susanne Mecklenburg. Sono almeno 43 i gruppi di ricerca che si preparano ad analizzare i dati, attesi a partire dalla primavera 2010, al termine dei sei mesi necessari per la calibrazione degli strumenti. “Gli esperti del clima ammettono che ci sono parametri di cui abbiamo misure scarse e sparse”, ha rilevato Stefano Bruzzi, responsabile dei programmi del direttorato per l’Osservazione della Terra dell’Esa. Uno di questi è la salinità degli oceani: “Fino a ieri si misurava solo localmente, ma da domani ci saranno le prime misure sistematiche, globali e ripetute nel tempo”. Smos è anche il primo satellite a misurare l’umidità del suolo su scala globale. Se le prime applicazioni riguarderanno la meteorologia, a lungo termine i dati di Smos permetteranno di studiare i meccanismi alla base dei cambiamenti climatici.
Tante sono le antenne di Smos, dischetti dal diametro di 16 centimetri collocati lungo una struttura a forma di Y che comincerà a dispiegarsi solo nel tardo pomeriggio di oggi. Le antenne raccoglieranno i dati che saranno analizzati dal Miras (Microwave Imaging Radiometer using Aperture Synthesis), un radiometro interferometro in grado di misurare sia l’umidità del suolo sia la salinità degli oceani attraverso la radiazione a microonde emessa dalla superficie della Terra.