Spending review, in bilico la Prefettura di Isernia
11 Giugno 2012
Quella appena avviata è una settimana che potrebbe segnare il futuro della provincia di Isernia. I prossimi saranno i giorni della spending review, una parola con cui si deve cominciare a fare i conti, in tutti i sensi. Una revisione a cui sta lavorando il commissario Enrico Bondi, nominato personalmente da Mario Monti. Sarà lui che avrà l’arduo compito di ridurre la spesa pubblica di 5 miliardi in soli sette mesi per scongiurare l’aumento dell’Iva. Si dovrà tagliare su tutti quei capitoli in esubero e di cui si può fare a meno. E se in un primo momento la manovra avrebbe dovuto interessare soltanto il settore dell’acquisto di beni e servizi, ora il governo Monti sembra intenzionato ad applicarla anche in altri ambiti. Compresi 13 Palazzi di Governo, tra cui quello di Isernia, che rischiano di essere eliminati.
A lanciare l’allarme qualche giorno fa era stato Luigi Brasiello, presidente della Camera di Commercio, auspicando un incontro urgente tra le istituzioni molisane per discutere dell’argomento ed evitare la soppressione della Prefettura pentra. Così non è stato anche perché il prefetto Filippo Piritore ha dichiarato di non aver ricevuto nessuna nota in merito da Roma. Intervenuto sull’argomento, però, non ha nascosto che “è arrivato il momento di mettere da parte i campanilismi, se i tagli saranno utili al bene dell’Italia saremo pronti ad accettarli”. Nessuna barricata, dunque, da parte del prefetto. Parole che testimoniano quanto le cose stiano mutando e che è più che mai necessario un’unione di intenti per uscire da questo periodo. Ma quanti la pensano come lui? A giudicare dal coro di no partito dal Molise quando si è cominciato a parlare di abolizione delle province, in pochi saranno pronti a seguirlo.
Le dichiarazioni di Piritore riaprono, peraltro, un dibattito politico ed etico più volte affrontato alla base del quale c’è un quesito su tutti: è indispensabile e soprattutto paga, in termini economici, continuare a tenere in vita piccoli enti locali? Il caso di Isernia è emblematico. Troppo spesso Comuni, Provincia e Regione sembrano accavallarsi nei servizi e nelle mansioni. Ruoli simili che potrebbero essere svolti anche da uno solo, considerando anche le distanze, ridotte, che non giustificano il proliferare di enti di ogni tipo . Senza considerare che la spesa pubblica, se qualcuno non lo ricordasse, grava sulle tasche dei cittadini. Probabilmente il problema è a monte, ovvero nel generale assetto amministrativo del Paese che andrebbe complessivamente ristrutturato, ma in un momento come questo, in cui il superfluo deve per forza di cose scomparire, il territorio pentro sembra essere quello più a rischio in termini di autonomia.
La provincia di Isernia per poter sopravvivere deve cominciare a guardarsi attorno. Espandere il proprio territorio per dare un senso ad una autonomia locale che, con i numeri che ha, è destinata a scomparire. Ed insieme a lei anche la Prefettura. In tal senso sono sempre vivi i contatti con i limitrofi comuni campani ed abruzzesi, che più di una volta hanno espresso la volontà di voler varcare il confine. Ma al momento l’ipotesi sembra ancora troppo astratta per poter concretizzarsi. I numeri, dunque, sono troppo limitati per poter essere “competitivi” in un mondo in cui si parla di macroregioni.
I tempi stringono. La spending review è alle porte e se le cose dovessero restare così la scure dei tagli potrebbe abbattersi anche su Isernia in tempi rapidi. E chissà, forse la revisione della spesa, potrebbe rappresentare quell’input positivo necessario per poter cominciare a pensare in grande e, così come affermato dal prefetto Piritore, evitare gli inutili campanilismi.