Spending review, per la Corte dei Conti è parziale fallimento. Il futuro è sempre più incerto

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Spending review, per la Corte dei Conti è parziale fallimento. Il futuro è sempre più incerto

20 Febbraio 2016

Il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, apre l’Anno Giudiziario 2016 con una relazione che evidenzia chiari timori sul risanamento della finanza pubblica. Lo fa sottolineando da un lato la frenata nella riduzione del deficit e dall’altro un insuccesso delle strategie di riduzione della spesa.

 

Il 2015 "si era aperto con prospettive straordinariamente favorevoli per le economie europee", dice Squitieri, proprio "un anno fa, in occasione dell’apertura dell’Anno Giudiziario", ma "il quadro è cambiato, piuttosto bruscamente, fin dall’estate scorsa, generando nuovamente incertezza sul futuro". "In una fase così delicata per il nostro paese," aggiunge il presidente della Corte dei Conti, "è fondamentale fornire impulso alla crescita e all’occupazione, pur nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica". 

 

Il combinato disposto di crescita debole e inflazione zero determinato quindi una maggiore incertezza per il futuro dell’Italia. Anche perché la spending review non sta producendo risultati positivi. "I margini di flessibilità acquisiti in sede europea sono interamente utilizzati nella manovre di finanza pubblica per il 2016" ha notato il presidente della magistratura contabile, " in tal modo si mantiene il profilo discendente del deficit dei conti pubblici che, tuttavia, assume una cadenza più rallentata".

 

Secondo i magistrati, "per i prossimi anni il profilo programmatico di riequilibrio della finanza pubblica resta impegnativo". Se da un lato la Corte dei Conti ha criticato la spending review rivelandone il "parziale insuccesso", il Tesoro, in un focus pubblicato sul sito del ministero, prova a difendersi. E in particolare sul tema dei tagli alle spese eccessive dello Stato vengono rivedicate le iniziative che tra il 2014 e il 2015 hanno determinato risparmi per 18 miliardi. 

 

"Questi risparmi hanno consentito di finanziare alcune delle misure a sostegno della crescita e dell’occupazione", si legge nella nota in cui si spiega che "lo spirito della spending review consiste in interventi di razionalizzazione connessi a cambiamenti dei meccanismi di spesa e degli assetti organizzativi delle amministrazioni: non sono semplicemente tagli. Si tratta spesso della revisione di processi complessi e consolidati". 

 

Ma nonostante la difesa d’ufficio del Governo, la Corte dei Conti descrive impietosamente una realtà nella quale i servizi sociali calano, il sistema infrastrutturale non regge anche per colpa della mancanza di nuovi investimenti, nel contesto che ben si conosce di corruzione e insicurezza. Il governo, come aveva già detto la Ue, dimostra di non incidere davvero sui tagli alla spesa pubblica improduttiva, procedendo in modo ‘orizzontale’ come già era avvenuto in passato.

 

Idem per i commissari alla spending review, che si sono susseguiti nel corso degli ultimi tempi ma sono stati puntualmente mandati o casa o se ne sono andati volontariamente. Infine il tema della partecipate, una delle voci che inciderebbero di più nella ridefinizione della spesa ma che per adesso non sono state realmente toccate.