Speriamo che il Travaglio canterino non diventi un “Fatto Quotidiano”

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Speriamo che il Travaglio canterino non diventi un “Fatto Quotidiano”

23 Luglio 2012

Che voglia diventare pure una pop star? Forse sarebbe meglio di no. Parliamo del ‘Dio-del-giornalismo-italico’ Marco Travaglio, che domenica sera ha ‘allietato’ il pubblico (ignaro) del Foro Italico di Roma, intervenendo a sorpresa durante il concerto dell’amico Franco Battiato per intonare – o stonare? – “L’era del cinghiale bianco”. Canzone probabilmente non scelta a caso dal nostro ‘interprete speciale’, visto che simboleggia la stagione della Conoscenza Assoluta – viene facile commentare.

Ma Travaglio non detiene nessun primato. La nostra memoria custodisce molti esempi di giornalisti che hanno lasciato (episodicamente) la penna per impugnare un microfono. Dalla performance più recente di Gianluigi Paragone di L’ultima parola nei panni del Guccini di “Dio è morto” ad Antonio Di Bella, direttore di Raitre che durante la trasmissione radio Un giorno da pecora intonò “Caro direttore reintegrato”. Da una indimenticabile “Parole parole parole” cantata da Bruno Vespa featuring Pippo Baudo all’interpretazione che rasentò il trash de “’O surdato ‘nnammurato” dell’allora volto del tg1 Attilio Romita. Per ritornare, andando a ritroso nel tempo, a chi diede inizio a tutto: Michele Santoro, proprio lui, il ‘compare’ del giornalista del Fatto e di Servizio Pubblico, che iniziò una memorabile puntata di Sciuscià cantilenando con fare funebre Bella ciao.

Dunque nulla di nuovo, dicevamo, sotto il cielo del giornalismo. Se non fosse che, salito sul palco, Travaglio non è stato proprio una “bella sorpresa”, come l’aveva definita Battiato. Il velenoso giornalista ha improvvisamente messo da parte la spavalderia che lo caratterizza per regalare alla platea un’esecuzione totalmente impacciata e legnosa. E a nulla è valso l’influsso carismatico e il ritmo trascinante del Maestro. Una performance che non concede speranza a un bis, insomma.

E allora verrebbe da dire: caro Marco, ci rendiamo conto che al Fatto, tra scazzi e nostalgie da Mr. B, c’è un clima non troppo entusiasmante, ma lanciarsi su un palco improvvisandosi cantante, davanti a una platea di 6mila persone per ritrovare un po’ di adrenalina, ci sembra troppo. Il rischio è, oltre al gelo tra il pubblico, che lo spread sfondi il 528 punti (come è accaduto proprio ieri mattina). Insomma, speriamo che vedere Travaglio in vesti canterine non diventi un Fatto quotidiano.