Spread, torna l’incubo che fa tremare i conti pubblici

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Spread, torna l’incubo che fa tremare i conti pubblici

07 Febbraio 2017

Resta sui 200 punti lo spread Btp/Bund che ieri era giunto su questa soglia. Si dice, per via de timori della vittoria di Marine Le Pen alle prossime presidenziali francesi la quale si è presentata con un programma di uscita dall’euro e dall’Unione Europea. Ma ormai sappiamo come funziona con queste cose.

 Alle 10,20 italiane lo spread segna 198 punti base, con un rendimento del decennale italiano al 2,32%. La Francia è a 74 punti base di spread con un rendimento dell’1,08%. I mercati ragionano sui tempi dell’uscita della Bce dall’acquisto di debito – che metterebbe sotto fortissima pressione i bilanci pubblici – ora che l’inflazione dell’Eurozona è tornata a un passo dal 2%.

Se gli interessi sul debito italiano aumenteranno ancora ne risentiranno i conti pubblici. La preoccupazione emerge da qualche dichiarazione del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e da studi della direzione debito del dicastero di via XX settembre. 

Va anche detto che nel 2017 va rinnovato debito per complessivi 306,7 miliardi (277,03 miliardi a tasso fisso e 29,7 miliardi a tasso variabile), di cui: 96,3 miliardi di bot, 156,9 miliardi di btp, 29,7 miliardi di cct e 23,7 miliardi di ctz. Nel 2018 arrivano a scadenza altri 176,8 miliardi, 150,6 miliardi a tasso fisso e 26,1 miliardi a tasso variabile: 139,3 miliardi di btp, 26,1 miliardi di cct e 11,3 miliardi di ctz. Nel 2019 i titoli in circolazione in scadenza ammontano a 172,8 miliardi, 160,1 miliardi a tasso fisso (i btp) e 12,6 miliardi a tasso variabile (i cct). Nel 2020, scadono 144,7 miliardi di bond pubblici, 129,3 miliardi a tasso fisso (i btp) e 15,3 miliardi a tasso variabile (i cct). Tra il 2021 e il 2067 arrivano a fine corsa, poi, altri 981,4 miliardi di titoli del Tesoro: 934,1 miliardi a tasso fisso (i btp) e 47,3 miliardi a tasso variabile (i cct).