Squinzi, Italia rischia 2 generazioni di giovani. Letta riveda Fornero

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Squinzi, Italia rischia 2 generazioni di giovani. Letta riveda Fornero

26 Maggio 2013

Il presidente di Confindustria ieri ha detto che in Italia il vero problema è la questione giovanile e che il nostro Paese rischia di perdere "una e o due generazioni di giovani". Ne ha parlato durante un intervento all’Osservatorio giovani-editori, un comparto, l’editoria, che dovrebbe assorbire migliaia di laureati usciti dall’area umanistica e invece langue, tra contratti a progetto, stage a manetta, molto lavoro nero. La soluzione secondo Squinzi è "più flessibilità", riformare la Fornero che ha "irrigidito il lavoro". "Sono a favore del posto fisso, del posto pieno. Sono perché ci siano meno posti di lavoro temporaneo e più posti di lavoro a tutto campo, ma serve anche la flessibilità". Squinzi è tornato ad attaccare il ritardo italiano, le "infrastrutture scassate", le materie prime che mancano, la "mentalità anti-imprese", con una mezza apertura al Governo Letta che potrebbe riuscire a riportarci in Seria A. Il capo di Confindustria propone ai sindacati di "mettersi nel mezzo della tempesta perfetta e remare nella stessa direzione. Non si può scherzare". Ma come si possa trovare la quadra con i sindacati che di quell’invisibile lavoro giovanile proprio non ha o non vuole avere una percezione, proteggendo i già garantiti, non è chiaro. I dati devono impaurire. Gran parte della popolazione giovanile nel Mezzogiorno è disoccupata, il 40 per cento, "tanti ragazzi non trovano lavoro e molti hanno smesso di cercarlo", secondo Istat un precario prende in media il 25 per cento in meno di chi ha un posto fisso. Squinzi ha difeso il sistema dell’istruzione e universitario spiegando che "il laureato che esce dalle nostre università è ai vertici delle statistiche mondiali. A dimostrazione che abbiamo un sistema funziona".