Squinzi, più apprendistato meno disoccupazione. Ci provò anche Fornero

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Squinzi, più apprendistato meno disoccupazione. Ci provò anche Fornero

Squinzi, più apprendistato meno disoccupazione. Ci provò anche Fornero

28 Maggio 2013

Ma davvero come dice il presidente di Confindustria Squinzi l’apprendistato sul "modello tedesco o austriaco" è una soluzione per "combattere la disoccupazione giovanile in Italia, che è diventata drammatica"? Secondo Squinzi il sistema creato in Italia nel dopoguerra e riformato prima dalla Legge Biagi da ultimo dal ministro Fornero con il Governo Monti "va rivisto e potenziato". Squinzi, che ha ricordato di lavorare a cavallo tra Italia e paesi nordici, spiega che l’apprendistato sarebbe "una strada vincente". Squinzi è anche tornato sulla difesa del sistema manifatturiero e su un altro tormentone, il turismo, "L’Italia era il primo paese al mondo per il turismo ma ha perso la sua leadership, citando l’esempio di Bolzano e dell’Alto Adige. Per quanto riguarda l’apprendistato, la Riforma Fornero del 2012 ha fissato la fascia di età per quello formativo, rivolto ai ragazzi tra 16 e 25 anni. L’apprendistato cosiddetto "professionalizzante" è diventato contratto di mestiere e quello di "alta formazione" può servire a prendere titoli universitari e di scuola superiore. Con la riforma Fornero l’apprendistato avrebbe dovuto diventare il canale privilegiato dell’accesso al mondo del lavoro per i giovani, ma nel terzo trimestre del 2012 il numero di questo tipo di contratti era diminuito dell’1,6%, e poi, nel quarto trimestre, del 2,4% (oltre 80.000 giovani in meno rispetto agli anni precedenti). In realtà, in momenti critici per l’economia come questi, le aziende non si fidano neppure a prendersi in carico degli apprendisti. L’impressione è che Squinzi punti a potenziare uno strumento che non dispiace ai sindacati, ma forse sarebbe meglio "potenziare" i vecchi contratti a progetto e le forme di collaborazione decapitate dalla Fornero, per non dire favorire i titolari di partita Iva.