Stamina, perché il metodo Vannoni non ha convinto il Governo
10 Ottobre 2013
di redazione
Raffaele Calabrò, capogruppo Pdl alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, blocca il metodo Stamina: "Dinanzi alle evidenze scientifiche non si può che alzare le mani", dice l’onorevole. "Vannoni prenda atto del parere di un comitato di Esperti, con la E maiuscola, che non ha riscontrato nel metodo Stamina quei criteri di scientificità e sicurezza, assolutamente necessari per proseguire una sperimentazione”. Ed è così. La "terapia" Stamina infatti non è stata reputata tale da nessuna pubblicazione scientifica, anzi è stata duramente attaccata da autorevoli pubblicazioni come Nature. Si è polemizzato (l’hanno fatto per esempio gli animalisti), sul fatto che il "metodo Vannoni" consentirebbe di superare la tradizionale sperimentazione animale, ma si omette spesso di aggiungere che Stamina non è stata testata neppure in vitro, che è la fase di sperimentazione precedente a quella animale. Del resto pensare che si possa sperimentare qualcosa direttamente sugli umani, in particolare su dei bambini, qualche brivido dovrebbe metterlo. Questo è l’iter per le nuove terapie, nel nostro Paese e in gran parte di quelli uniti da una medesima visione del metodo scientifico. E il nostro Governo, nella persona del ministro della salute, Beatrice Lorenzin, non avrebbe potuto di fatto avallare l’uso dei pazienti come cavie. D’altra parte tutto è stato accelerato dalla mediatizzazione del caso stamina, là dove invece dalla scoperta alle applicazioni nella pratica di una nuova terapia di solito occorrono anni. Soprattutto, non conoscendo gli effetti collaterali di nuove cure (magari sono peggiori della cura) occorre tempo e pazienza per sviluppare nuovi protocolli, rimettendosi poi al giudice ultimo che è la comunità scientifica. ”Gli attacchi di Vannoni contro esperti, politici e in particolare contro il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sono ingiusti, falsi e demagogici", dice Calabrò. "Tanto più che Governo e Parlamento, mostrando la massima disponibilità, avevano pochi mesi fa dato il via libera alla sperimentazione clinica, prevedendo lo stanziamento di un cospicuo finanziamento. Ma se esperti e scienziati ritengono che il metodo proposto sia pericoloso per i pazienti, bisogna prendere atto di una triste verità. Avviare una sperimentazione che non avrebbe dato gli esiti sperati", conclude l’onorevole del Pdl, "avrebbe significato speculare sulle speranze dei familiari: ed è quanto di più vergognoso e indicibile possa avvenire in una società civile come la nostra”.