Statali, il Governo punta sull’incontro di giovedì
22 Maggio 2007
di redazione
Il giorno per ricucire lo strappo sul pubblico impiego dovrebbe essere giovedì. Quando il Governo incontrerà Cisl e Uil sul rinnovo del contratto degli statali (non sarà presente il leader della Cgil Guglielmo Epifani, impegnato per il congresso dei sindacati europei). Ma il condizionale è d’obbligo, considerati i chiari di luna della maggioranza di Governo.
Il punto della questione è semplice: i sindacati vogliono i “famosi”101 euro (l’aumento lordo mensile calcolato sui dipendenti dei ministeri, che nelle aspettative del sindacato dovrebbe rappresentare la base di calcolo per tutti gli altri comparti) ma per l’Esecutivo ora sono diventati troppi. Intanto, si guarda con sempre maggiore attenzione al contratto triennale, punto dal quale sembra possa ripartire la discussione. Dopo aver rasserenato gli animi con il suo ottimismo (“la riunione di domenica a Palazzo Chigi è andata bene”), il ministro della Funzione pubblica Luigi Nicolais, ha aggiunto che ci si prepara ad “avviare una nuova era di contratto triennale” e che si lavora per «chiudere un’epoca e aprirne un’altra. Spero che questo – ha concluso il ministro- scongiuri lo sciopero del primo giugno”.
Con l’ipotesi di portare da due a tre anni la durata dei contratti, è d’accordo il ministro del Lavoro Cesare Damiano che ha spiegato: “Alla fine degli anni ’90, quando facevo un altro mestiere, ho sostenuto l’esigenza di cambiare il sistema, ad esempio con una cadenza triennale dei contratti per tutti i comparti”. Ma per portare il contratto degli statali ad una cadenza triennale come propone Nicolais bisogna che “il sindacato sia d’accordo ad una modifica”. Pronta la replica di Guglielmo Epifani (Cgil), secondo cui “ora bisogna chiudere l’accordo per il rinnovo dei dipendenti pubblici e vedere cosa fare per i rinnovi contrattuali che si stanno per aprire nel settore privato e pubblico. Il resto si vedrà dopo”. Come dire, i sindacati, pur disponibili ad aprire un confronto su questo tema, pongono comunque dei paletti precisi alla discussione: prima si chiude l’accordo sui 101 euro e poi si può parlare di altro.
Sul fronte dell’Opposizione, per Gianfranco Fini “il fatto che i sindacati abbiano proclamato uno sciopero per il rinnovo del contratto degli statali significa che la sinistra predica bene quando è all’opposizione e razzola male quando è al governo”. I contratti, ha detto il presidente di An, vanno sempre rinnovati a partire dal principio di equità. Quando ero al governo ho gestito il contratto e la sinistra diceva che eravamo irresponsabili perché non tenevamo conto delle esigenze dei lavoratori. Il tempo è galantuomo, le bugie hanno le gambe corte: non è vero che quando abbiamo governato non abbiamo tenuto conto di due elementi essenziali come la mobilità e la produttività, concetti espressi nell’accordo in modo chiaro. E’ anche vero – ha aggiunto – che l’attuazione del rinnovo del contratto non portò agli obiettivi che ci eravamo prefissati”. (E.Z).