Stato-mafia, Pm punta a Napolitano teste. Brunetta: “Inquietante”
26 Settembre 2013
di redazione
Il Pm Nino di Matteo chiama a testimoniare il presidente Napolitano nel processo sulla "trattativa Stato-Mafia". "La testimonianza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano al processo per la trattativa tra Stato e mafia è certamente pertinente e rilevante in questa sede dibattimentale", ha detto Di Matteo nella sua relazione introduttiva al processo nell’aula bunker dell’Ucciardone. Secondo il Pm, occorre fare chiarezza sulla intercettazione tra l’ex consigliere giuridico di Napolitano Loris D’Ambrosio e l’ex ministro Nicola Mancino. "È importante ascoltare Napolitano," sostiene il pubblico ministero, "perché è l’unica possibilità per approfondire i timori espressi da D’Ambrosio". Ricordiamo che una serie di intercettazioni a Nicola Mancino, a colloquio con Giorgio Napolitano, e fatte "per sbaglio", sono state distrutte nei mesi scorsi. Secondo il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, "che la Procura di Palermo insista nel volere convocare il presidente della Repubblica, quale testimone in un processo penale è inquietante". "Ad avvertire l’inquietudine dovrebbero essere tutti, sottraendosi alla maledizione delle sensibilità a intermittenza, a seconda di chi sia finito nel mirino. La responsabilità in capo a un testimone, senza la quale non può esistere né testimonianza né processo penale, è incompatibile con la natura irresponsabile che la Costituzione assegna al presidente".