Stato non paga, un’azienda su tre chiude. Quando ribellarsi è giusto
13 Luglio 2013
Secondo i dati della Cgia di Mestre, tra il 2008 ed il 2012 sono raddoppiati (+114%) i fallimenti delle imprese che non vengono pagate dai loro committenti, si tratti di privati o dello Stato. 15mila aziende chiuse per eccesso di credito. Il debito della Pa verso le imprese sarebbe arrivato a 120 miliardi di euro, ben oltre i 91 miliardi di euro di cui aveva parlato la Banca d’Italia. La maglia nera in Europa. Secondo Cgia il sottodimensionamento deriverebbe dal fatto che spesso non si calcola i debiti del settore sanitario e del welfare in generale. "Sarebbe ingeneroso prendersela con chi ci governa – dice Cgia- Il mancato pagamento dei debiti è un problema che parte da lontano. Anzi, dobbiamo ringraziare il Governo Monti e quello di Letta per aver messo al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica questa anomalia tutta italiana. Tuttavia, bisogna accelerare i tempi di pagamento, altrimenti con soli 20 mld di euro a disposizione annui, questi 120 mld di debito saranno onorati non prima del 2018". Sempre secondo Cgia, lo Stato e le Autonomie locali avrebbero ridotto i tempi di pagamento di 10 giorni (sic) verso i creditori negli ultimi tempi. Facciamo meglio solo della Grecia. E allora la proposta da fare alle aziende che continuano a lavorare e molto spesso permettono allo Stato e a suoi enti locali di funzionare è una sola. Una nuova marcia dei quarantamila sotto i Palazzi del Parlamento (non lo dice la Cgia, lo suggeriamo noi). Nella speranza di dare la sveglia alla politica.