Stavolta il Cav. non c’entra. Ad aver ‘offeso’ le donne è stato il Pd

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Stavolta il Cav. non c’entra. Ad aver ‘offeso’ le donne è stato il Pd

Stavolta il Cav. non c’entra. Ad aver ‘offeso’ le donne è stato il Pd

27 Giugno 2011

Era solo il 13 febbraio scorso e la manifestazione indetta a Roma dalle donne di “Se non ora quando” a piazza del Popolo era tutto un gridare alle dimissioni del presidente Berlusconi che con gli scandali sessuali, il bunga bunga e prima con le sue televisioni, era reo di aver oltraggiato la dignità della figura della donna.

I dirigenti del Pd e l’opposizione tutta gridarono quel giorno alle dimissioni, e non smisero mai di ricordare anche in occasioni recenti, che la manifestazioni era stata un esempio fondamentale per la lotta politica e l’inizio della famosa spallata a Berlusconi ed al suo governo. L’evento era stato riportato da giornali come Repubblica, Corriere ed Unità con dovizia di particolari. Insieme alla regista Francesca Comencini, alla documentarista Lorella Zanardo autrice del corto il corpo delle donne, tanto caro al Gad Lerner dell’Infedele, molte donne dal palco condannavano senza appello le televisioni commerciali del biscione ed il loro modo di rappresentare la donna, veline, desnude, sciocche e valide solo per mostrare il loro corpo.

Il 13 febbraio “era la parte migliore del paese ad essere scesa in piazza”, commentava il segretario del pd Bersani il giorno dopo sull’Unità dell’allora Conchita De Gregorio. Rosy Bindi quel giorno dal palco di piazza del Popolo aveva detto che “questa sarebbe stata solo l’inizio di una lunga campagna di lotta”.
Sul palco anche la senatrice Pd Finocchiaro che considerava quella manifestazione “una risposta a chi come Berlusconi considera stupide le donne”, e l’onorevole Franceschini che era in piazza tra le donne considerò quello “ l’inizio della spallata al premier”. Tutti insomma erano con le donne del “Se non ora quando”.

Oggi le stesse donne e non solo loro si ribellano contro i manifesti adottati dal Pd per la festa dell’Unità di Roma (a livello nazionale le feste sono diventate democratiche) dove con una chiara ispirazione alla famosissima e artistica foto di Marilyn Monroe si vuole rappresentare il cambiamento del vento dopo elezioni amministrative e referendum. Che cosa si vede? Nulla di particolare: un paio di gambe ed una donna che si tiene a bada la sua gonna. Accidenti è troppo hard questa immagine e rappresentebbe per le donne del “Se non ora quando” “l’ennesima immagine strumentale del corpo femminile”. Il dibattito impazza sul web, si lanciano condanne, possibili dissociazioni dalla festa da parte delle donne e delle associazioni.

Ma i vertici del Pd? Nada. Solo domenica sul Corriere scarta in corner e afferma che forse sarebbe stato meglio evitare di fare una “manipolazione un po’ maldestra di un manifesto più famoso”. Che dire, la manifestazione del 13 andava benissimo ai vertici del Partito Democratico, perché forse più che a salvaguardare i diritti della parte migliore del paese, della donne e di chi le aveva secondo loro offese, erano scesa in piazza un milione di persone contro Berlusconi detentore ufficiale dell’immoralità.

Un milione di persone armate di cartelli, vignette erano state un ottimo strumento di lotta al governo, dato che politicamente non si era riuscito a sconfiggerlo con i programmi. Ma se si vuole essere puritani come le tragiche vetero-femministe di allora e coerenti o quantomeno rispettosi di quelle donne che avevano allora organizzato l’evento a piazza del Popolo ed avevano gridato alla vergogna berlusconiana e della violazione della loro dignità, dopo 4 mesi non è più il caso di considerare giusta la loro lotta per la dignità femminile? E fare un mea culpa per quel terribile manifesto (non per chi scrive certo); o la manifestazione era stata un pretesto e delle donne si era fatto da parte dell’opposizione solo un uso sì questa volta strumentale, a fini politici e veramente privo di dignità? Stavolta i manifesti li ha fatti il Pd, Berlusconi infatti proprio non c’entra.