Stepchild Adoption: la incredibile cronistoria della sentenza della Cassazione

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Stepchild Adoption: la incredibile cronistoria della sentenza della Cassazione

23 Giugno 2016

I senatori Carlo Giovanardi, Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello e l’onorevole Eugenia Roccella rendono noto che Il Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, dr. Giovanni Canzio, ha comunicato loro il 22 giugno, attraverso il Segretario Generale della stessa, che l’istanza del Procuratore Generale per iscritto e reiterata oralmente dal suo sostituto in udienza per rimettere alle sezioni unite civili i ricorsi riguardanti la stepchild adoption Ã¨ stata demandata, in ossequio ad una consolidata prassi, alla prima sezione che nella sua autonomia decisionale ha ritenuto non dover rimettere la questione alle sezioni unite.

I senatori ricordano al signor Presidente della Corte Suprema di Cassazione:

1) demandare ad una sezione la decisione sulla remissione è violazione di legge perchè il potere di decisione è soltanto del primo Presidente;

2) La Prima Sezione avrebbe dovuto essere presieduta per anzianità e titoli dal dr. Fabrizio Forte: a seguito della mancata nomina il dr. Forte nel febbraio del 2016 si è dimesso dalla magistratura;

3) La relatrice sul ricorso della Procura è stata la d.ssa Maria Acierno, che ha partecipato il 30 maggio 2014 al convegno organizzato da Articolo 29, Magistratura democratica e Rete Lenford avvocatura per i diritti LGBT, dal titolo: “La Costituzione e la discriminazione matrimoniale delle persone gay, lesbiche e le loro famiglie”, dove ha espresso le sue opinioni militanti a favore dell’adozione da parte delle coppie gay e anche della maternità surrogata, aggiungendo che non spetta al Parlamento ma alla giurisprudenza decidere su questi temi. Come minimo la dott.ssa Acierno non avrebbe dovuto fare la relatrice ma anche astenersi dal pronunciarsi su un tema sul quale aveva già espresso pubblicamente i suoi pregiudizi politici ed ideologici. 

Non vorremmo che questa incredibile cronistoria, tutta tesa a sottrarre la decisione dei ricorsi alle sezioni unite, abbia qualche attinenza con le voci insistenti secondo le quali il governo – lo stesso governo che ha dato mandato all’avvocatura dello Stato affinché sostenesse di fronte alla Consulta la vigenza della stepchild adoption nel nostro ordinamento prima ancora dell’approvazione della legge Cirinnà – si appresterebbe, con decreto legge, non a prorogare a 72 anni l’anzianità di servizio per tutti i magistrati, ma con un provvedimento ad hoc a garantire la permanenza di alcuni sino al 73° anno di età.