Stoccolma, bruciano le scuole insieme al sogno “multikulti”

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Stoccolma, bruciano le scuole insieme al sogno “multikulti”

24 Maggio 2013

I sobborghi e la periferia di Stoccolma continuano a bruciare per la quinta notte di seguito. Il fuoco si prende 3 scuole, 40 auto, caserme della polizia, prese di mira dagli immigrati dopo che nei giorni scorsi la polizia aveva ucciso un abitante di Husby, anziano, armato di un coltello. Sono i quartieri poveri che ospitano gli immigrati a ribollire, in prevalenza turchi, somali, disoccupati, traditi dalla favola del welfare svedese che oggi sembra arrancare, dietro l’immagine da cartolina con le case e i giardini verdi e la retorica dell’accoglienza e della tolleranza.Il modello di integrazione del Nord Europa trema, non è solo l’islam religioso, è anche la rabbia  e il risentimento dei lavoratori venuti a stare a queste latitudini sperando in un lavoro che trovato sempre meno di frequente. I giovani arrabbiati delle primavere arabe che sembrano essersi spostati dall’altra parte dle mondo, il grupo Mefafionen che rivendica gli attacchi in difesa dei diritti degli immigrati. La polizia chiede rinforzi, ha arrestato 13 persone, tre agenti sono rimasti feriti, ma viene accusata di aver gridato espressioni razziste contro i manifestanti, di averli chiamati negri e scimmie. Nei sobborghi l’80 per cento degli abitanti è straniero, non c’è niente di primaverile, sono le stesse scene a cui ci hanno abituato le banlieus parigine.