Stop utero in affitto, AP presenta emendamento a legge unioni civili

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Stop utero in affitto, AP presenta emendamento a legge unioni civili

Stop utero in affitto, AP presenta emendamento a legge unioni civili

06 Ottobre 2015

Proibita dalla legge, la maternità surrogata è possibile e non sufficientemente perseguita. Area popolare
vuole rafforzare con un emendamento all’art. 5 del testo di legge sulle Unioni Civili, in discussione al Senato, le norme contenute nella legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita che già impedisce la pratica dell’utero in affitto. Se ne è parlato oggi durante una conferenza stampa indetta da alcuni dei parlamentari di Ap e Forza Italia.

 

"Chiunque commercializza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o embrioni – si legge nel testo dell’emendamento – è punito con la multa da 600.000 a un mln di euro. Chiunque in qualsiasi modo organizza, pubblicizza o utilizza la surrogazione della maternità è punito con la dai sei mesi ai 4 anni e con la multa da 1.200.000 a 2 mln". Ap propone che "deve essere garantito il diritto alla conoscenza delle proprie origini e la tracciabilità a scopi medici, per i nati da maternità surrogata; nel certificato di nascita vanno riportati gli estremi anagrafici dei genitori biologici che hanno contribuito al
concepimento e al parto; ovvero il padre e la madre genetica, nonchè madre gestazionale"

 

Secondo l’onorevole Eugenia Roccella (Ncd-AP): "In Italia operano società che si occupano di pubblicizzare, organizzare e commercializzare sia la vendita dei gameti che la maternità e non c’è
nessuna procura che si sia mossa per mettere fine a un’attività che è anche facilmente rintracciabile, visto che è pubblicizzata e promossa via Internet". A dimostrazione che la legge 40 è una rete inefficace,
Roccella ha dato la parola a Francesca Poleggi, dell’associazione Provita, che oggi in procura a Milano ha presentato una denuncia contro una società statunitense che opera in questo campo attiva in
Italia.

 

"Non siamo agenti segreti – ha spiegato Poleggi – ma Provita è riuscita a imbucare un paio dei suoi aderenti a una di queste riunioni, una specie di cocktail a cui erano presenti molte coppie omosessuali, diverse eterosessuali e anche qualche single. In questa riunione due dottori hanno illustrato, esibendo anche un listino prezzi come al ristorante, quanto costa comprare un bambino, partendo dall’acquisto del seme".

 

Secondo il senatore Maurizio Sacconi, "Si tratta di una normativa  che viene scavalcata senza fatica e che deve essere rafforzata. L’occasione presentare un emendamento all’articolo 5 che consentirebbe di ridefinire le disposizioni specifiche contenute nella legge 40, che si sono rivelate ineffettive e inefficaci è legge sulle unioni civili. Il nostro emendamento definisce come reato universale l’organizzazione, la pubblicizzazione e l’utilizzazione della maternità surrogata o più correttamente dell’utero in affitto".

 

Il coordinatore nazionale di Ncd, Gaetano Quagliariello, risponde a chi gli chiede che nesso ci sia tra il ddl sulle unioni civili in discussione al Senato e l’utero in affitto. "Semplicissimo. Che significa adozione del figlio del convivente nato da una precedente relazione? Se è nato da una precedente relazione ha una mamma e un papà, ancorché separati".

 

"Se ha una mamma e un papà, non può essere adottato perché non può avere tre genitori. Se è orfano, c’è già l’articolo 44 della legge sulle adozioni che consente in questo caso l’adozione del convivente. Se c’è disconoscimento o abbandono, vale già anche in questo caso l’articolo 44 della legge sulle adozioni. Se non è orfano, non c’è disconoscimento e non c’è abbandono non può essere adottato qualsiasi legge si faccia (tre genitori?)". "Insomma, l’adozione varrebbe solo per le coppie omosessuali che per natura non possono procreare se non praticando all’estero l’utero in affitto (tutti muti i paladini delle donne?). Attualmente in Italia – conclude Quagliariello – è vietato agli operatori praticare l’utero in affitto ma non vi è sanzione per gli utilizzatori.