Storace: “Con Marchini se c’è accordo sarà sul programma. Meloni nel caos, MSI e AN erano destra plurale”
30 Aprile 2016
Storace, cos’è che non ha funzionato a Roma?
I veti a destra e l’atteggiamento di Giorgia Meloni, che ha dell’incredibile. Prima dice che non scenderà in campo, poi sceglie Bertolaso, no, Dalla Chiesa, anzi Rampelli, dice di no a Marchini, dice di no a Storace. Un caos. E alla fine che fa? Si candida lei.
Prove tecniche di leadership?
Ammettiamo pure che il mondo le debba girare intorno. Io le dico: ti offro anche i voti. Ma se questo non basta a far scendere dal piedistallo e a rispondere ‘sì, grazie’, allora diventa difficile, non le sembra?
Mi sembra che l’alternativa a Renzi non passa da Meloni.
Per essere alternativo a qualcuno che vuoi battere devi conquistare voti, non rifiutarli. Quello della Meloni è un atteggiamento altezzoso, profondamente sbagliato, che Fratelli d’Italia nemmeno può permettersi. Difficile che sia questa l’alternativa a Renzi.
Non salva niente?
La Meloni avrebbe potuto rappresentare davvero il faro della destra in Italia, ma si è fermata al milione di voti preso alle europee, con una concorrenza limitata a dieci liste. La Destra attivò lo stesso numero di voti, alle politiche e con il doppio delle liste. Ci si dovrebbe interrogare allora sul perché non si riesca a riempire il vuoto lasciato da tre milioni di elettori missini e da sei milioni di elettori di Alleanza Nazionale.
Altri tempi.
Quella sì che era una destra plurale, persino il MSI con i suoi infuocati dibattiti interni, o Alleanza Nazionale con le vituperate correnti. Quelli erano partiti in carne ed ossa, con una pluralità di opinioni e di teste.
Oggi invece?
Il fatto che si preannuncino espulsioni e si arrivi a rifiutare i voti altrui mi spinge a pensare che ormai il livello di egocentrismo è diventato talmente alto da rendere impossibile qualsiasi rapporto.
Cambiando il tiro, dall’altra parte ci sono i centristi in pressing su Berlusconi. Casini suggerisce al Cavaliere di ricucire lo strappo con Alfano.
Ma Casini perché non pensa a ricucire con Cesa? L’Udc a Roma sta con Giachetti.
E torniamo alla Capitale. Laboratorio più di Milano?
Se laboratorio significa qualcosa a livello nazionale spero proprio di no. Perché dobbiamo dedicarci a Roma. Io voglio un programma per la Capitale. Se si riuscirà a raggiungere un’intesa con Marchini sarà soprattutto su un programma, altrimenti c’è la mia candidatura, punto. Meloni e Salvini in ogni caso
spieghino perché quello che va bene Milano invece non va bene a Roma.
In questa campagna elettorale si sente ripetere spesso la parola civismo.
Nel momento in cui fallisce il tentativo politico di dare una guida a una città, è chiaro che prevale la voglia di assemblare un progetto civico, con tutte le peculiarità che ha un territorio.
(a cura di Roberto Santoro)