Storia di un outsider greco: l’ascesa di Alexis Tsipras

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Storia di un outsider greco: l’ascesa di Alexis Tsipras

09 Maggio 2012

“I popoli europei non possono più accettare la barbarie del sistema dell’austerity. La Merkel e gli altri leaders dovrebbero comprendere che le politiche portate avanti in questi anni hanno subito oggi una severa sconfitta”. Con queste parole si è presentato davanti a microfoni della televisione greca Alexis Tsipras, il leader della formazione della sinistra radicale Syriza piazzatasi a sorpresa seconda dietro i conservatori di ‘Nuova Democrazia’ nelle elezioni che hanno sconvolto il quadro politico greco. Ingegnere di 37 anni, Tsipras propone nel suo programma l’introduzione di una tassa sui patrimoni, tagli alle spese militari ma, soprattutto, rifiuto dei programmi di austerità imposti dalla ‘troika’ per risanare le finanze pubbliche greche, un punto questo sul quale è riuscito a conquistare l’appoggio degli elettori sempre più ostili al commissariamento di fatto imposto ad Atene dall’Unione europea.

“Il timore che se la Grecia dovesse uscire dall’Euro andrebbe incontro alla rovina economica è solo una falsità avanzata dai due maggiori partiti per convincere i greci della necessità dei programmi di austerity” oppure “non è possibile continuare ad avere salari bulgari ma prezzi simili a quelli di Bruxelles” o anche “non si può permettere che le politiche europee devastino il Paese perché tutto questo porterà inevitabilmente solo alla distruzione dell’Europa” sono solo alcune delle sue affermazioni rilasciate nel corso della campagna elettorale, affermazioni di chiara tendenza populista ma che, tuttavia, sembrano aver incontrato l’appoggio di quella parte di elettori che, pur ritenendo fondamentale la permanenza della Grecia all’interno dell’Euro, pensano però che questo non debba avvenire al costo sociale ed economico pagato oggi dai cittadini.

Ma chi è politicamente Alexis Tsipras? Apparso sulla scena nel 2006 quando a sorpresa arrivò terzo nelle elezioni per il sindaco di Atene, Tsipras è diventato leader di Syriza due anni dopo ed è entrato in Parlamento per la prima volta con le elezioni del 2009 che videro il ritorno al potere del Pasok dopo cinque anni di governo conservatore. In un Paese da sempre dominato dalla stessa élite politica, Tsipras per la sua giovane età rappresenta quindi un outsider che proprio per il suo aspetto informale, il suo modo di vestire distante dalla severità dei vecchi politici greci, il saper esprimersi con un linguaggio diretto e vicino a quello delle generazioni più giovani, il viaggiare in motorino invece che a bordo di eleganti auto di rappresentanza come fanno invece gli esponenti dei maggiori partiti costituirebbe per alcuni il ritratto di quello che sarà la nuova classe dirigente del Paese.

Eppure non tutti concordano con questa immagine del leader della sinistra radicale che per molti non è altro che un populista non immune da simpatie estremiste. Entrato nel movimento giovanile del partito comunista, da studente si distinse nel 1990 nella protesta esplosa contro la riforma dell’istruzione decisa dall’allora governo conservatore di Mitsotakis, un periodo che Tsipras ha sempre affermato di ricordare con piacere proprio per l’autogestione avvenuta in quei giorni all’interno degli istituti scolastici. Ma se da un lato, come sottolineano molti commentatori, il leader di Syriza ha oggi abbandonato gran parte degli accenti più radicali avanzati negli anni della sua militanza politica giovanile, dall’altro resta però il fatto che la sua figura continua a suscitare parecchie perplessità.

Tanti lo ritengono tuttora solo una persona che nella sua vita ha vissuto solo di politica e non ha mai lavorato, usa un linguaggio fatto apposta per compiacere gli elettori senza interessarsi però se quello che dice sia effettivamente realizzabile e, soprattutto, non ha l’immagine dell’uomo di governo. E non mancano infine quelli che accusano il suo partito di aver stretto dei collegamenti più o meno diretti con gli ambienti della sinistra più estremista nonché con alcuni gruppi anarchici responsabili in questi ultimi mesi delle violente manifestazioni organizzate ad Atene e caratterizzate da aperti slogan anti-capitalisti e anti-occidentali.

Oggi Tsipras, dopo la rinuncia da parte del leader di ‘Nuova Democrazia’ Antonis Samaras, riceverà l’incarico di formare il governo, anche se il tentativo si annuncia di difficile, per non dire impossibile, realizzazione. Il leader di Syriza ha più volte affermato che intende formare una coalizione di forze di sinistra contrarie alla politica economica dettata dall’Unione europea, ma i numeri lasciano ben poco spazio al suo tentativo, visto che i comunisti del Kke hanno già respinto l’offerta di entrare nel governo. E’ quindi probabile che da qui ad un mese i greci dovranno tornare alle urne per una nuova consultazione elettorale.

Ma il quadro stavolta potrebbe però essere assai diverso da quello uscito dalle consultazioni di domenica scorsa. Con un Paese che senza l’intervento internazionale rischia di avere liquidità sufficiente solo fino all’estate, davanti alla prospettiva di un default, i greci, che nella stragrande maggioranza continuano a sostenere la permanenza del Paese all’interno dell’Euro, molto probabilmente esprimerebbero un voto più ‘conservatore’ premiando i partiti favorevoli al programma di austerità imposto da Bruxelles. E allora si capirà veramente se Tsipras è diventato veramente il leader della nuova Grecia o, al contrario, sarà stato solo una meteora.