Studentessa cinese morta: Rom sotto torchio, Tor Sapienza senza sicurezza

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Studentessa cinese morta: Rom sotto torchio, Tor Sapienza senza sicurezza

17 Dicembre 2016

Svolta nelle indagini sul caso della giovane studentessa cinese, Zhang Yao, travolta da un treno a Roma nelle vicinanze della stazione di Tor Sapienza ad inizio dicembre. La ragazza inseguiva le persone, due Rom, che le avevano scippato la borsa. La polizia ha fermato un 20enne, pregiudicato per reati contro il patrimonio, ed ha denunciato un 16enne incensurato. I due sono entrambi abitanti del campo nomadi di via Salviati. L’accusa è di furto con strappo. 

Sono in corso le ricerche di una terza persona che avrebbe preso parte al crimine. La morte di Zhang Yao ha colpito la comunità cinese di Roma, così la Questura e gli investigatori si sono mossi passando al setaccio le posizioni di ogni singolo occupante del campo nomadi e ascoltate numerose testimonianze, anche informali, da esponenti delle varie etnie presenti a via Salviati. Le indagini sono state svolte esclusivamente con i metodi tradizionali.  I controlli nel campo ma anche in aree vicine ai nomadi di tutta la capitale, hanno portato a individuare gli autori del reato. Nella ricostruzione fatta dagli inquirenti, la studentessa cinese ha inseguito i ladri ed è stata poi travolta da un treno dopo essersi fermata sui binari per alcuni minuti perché aveva perso di vista gli scippatori. Una volta appresa la notizia, l’associazione Nazione Rom ha voluto esprimere la “vicinanza e solidarietà alla famiglia di Zhang Yao ed alla comunità cinese a Roma, in Italia e nel mondo”. 

“Molti cittadini di etnia Rom hanno collaborato con la Polizia sin dalle prime ore della notizia della sua scomparsa, quando si temeva un rapimento. Ci sono persone che hanno pianto per la morte della giovane ragazza cinese, hanno pregato per lei e la sua famiglia e continuano a farlo”, hanno detto ancora. “Siamo tutti Zhang Yao. Siamo tutti Cinesi. Siamo tutti Rom. Siamo tutti esseri umani”.  Le telecamere tornano quindi a Tor Sapienza, il quartiere della capitale dove era scoppiata la rivolta contro i migranti di due anni fa, con tafferugli, barricate e cassonetti in fiamme per protestare contro la presenza di immigrati nel centro di accoglienza di via Morandi. Le tensioni durarono diverse notti e la situazione ritornò alla normalità solo dopo il trasferimento dei migranti in un’altra struttura. 

Ora la storia della studentessa cinese. In pieno la ragazza viene scippata, a pochi passi dall’Ufficio Immigrazione della Questura dove si era recata con due amiche a ritirare il permesso di soggiorno per motivi di studio. La morte della giovane cinese riapre il problema delle periferie abbandonate della capitale, con i comitati di quartiere che sono tornati in piazza per chiedere “sicurezza” alla sindaca Raggi.  A partecipare al sit-in in piazza de Cupis circa cento persone. Un quartiere “invivibile” dove la “lotta per la sopravvivenza è quotidiana” sottolineano alcuni cittadini. Degrado, insicurezza, emarginazione si respirano tra i palazzi di alcune strade di questa periferia che ospita il maxi insediamento nomadi di via Salviati e un centro rifugiati politici sulla Collatina. “Quando cala il buio c’è il coprifuoco – dicono i residenti di via Morandi – a due anni di distanza non è cambiato nulla. Abbiamo paura per i nostri figli. Siamo abbandonati. Chiediamo ‘stop’ al degrado e più sicurezza”.