Stupidi ragazzi che non capite chi è Giovanni Lindo Ferretti

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Stupidi ragazzi che non capite chi è Giovanni Lindo Ferretti

27 Marzo 2011

Venerdì scorso tre montanari sono scesi con le chitarre in spalla dall’appennino tosco-emiliano per venire a suonare in un sudato, rissoso, fumato locale romano, l’Alpheus, dalle parti del gazometro. Uno dei tre montanari era Giovanni Lindo Ferretti, tornato per una sera la voce del (teo)punk italiano, con nervature elettroniche (ballabili) e l’ormai tradizionale verseggiare salmodiante.

L’impressione però è stata che il pubblico del concerto, sulla trentina, non si sia reso perfettamente conto di chi aveva davanti, e delle idee espresse nelle sue canzoni da GLF, che dismesso il soviettismo di venti anni fa ora è un uomo dalla religiosità salda, saldissima, un "reborn" come li chiamano in America, imbevuto di un cristianesimo insieme biblico ed evangelico, attratto dal dio degli eserciti e dal padrone del creato. 

Quelli che si passavano birre in continuazione, la coppietta con lui che ha portato lei a sentire canzoni mai ascoltate prima, i permalosetti della Roma-bene e quegli altri della working class col cappellino e l’occhio spento dallo spinello, i rasta, i fasci e le zecche, quei disgraziati che ti passavano sopra pestandoti i piedi, i nostalgici dei CCCP e dei CSI, tutta questa adorabile (ma non troppo) marmaglia, ondeggiante e scomposta, ignorava ingenuamente i valori cari a GLF: la difesa della identità occidentale, della chiesa cattolica romana, dello stato di Israele, e c’è qualcuno che è rimasto traumatizzato scoprendo il Ferretti "leghista", che per molti dei suoi vecchi fan, dopo l’endorsement degli anni scorsi per l’UDC, è stata davvero la goccia che fa traboccare il vaso.

I riferimenti identitari e culturali in Ferretti si complicano rielaborando vecchi testi come "Radio Kabul" con inserzioni più attuali, in cui ai "vecchi tassisti nomadi cammellieri autisti" si aggiungono i papaveri dell’oppio e la guerra in Afghanistan. Durante il concerto, GFL se l’è presa anche con le pratiche "democratico-eutanasiche", visto che in bioetica è perfettamente allineato alle posizioni del vicario di Cristo, Benedetto XVI. Ma gli ubriachi hanno continuato a bere, la coppietta a tubare, i permalosetti a cercare la rissa, i cannabiomani a rullare, i disgraziati a pestarti i piedi, e quando sei uscito dall’Alpheus ti sei chiesto, perplesso: ma questi giovani, e meno giovani, hanno capito qualcosa del loro beniamino prediletto?