Su lavoro e tasse Monti si gioca il governo, ABC i voti e le elezioni

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Su lavoro e tasse Monti si gioca il governo, ABC i voti e le elezioni

15 Aprile 2012

di L. B.

Dall’aut-aut di Fornero all’outing di Passera. In mezzo Monti, che ha finito la luna di miele con gli italiani e sembra impantanato nelle pieghe di una riforma del lavoro che da com’era a com’è, ha cambiato la sua cifra. Super-Mario ha ceduto alla Camusso ma c’è chi dice che pure il Colle si sarebbe fatto sentire su articolo 18 e dintorni.

Fatto sta che la riforma, ormai pronta all’esame del parlamento non convince molti. Soprattutto ABC che, per motivi diversi, puntano su modifiche significative per migliorare le norme. Ma dopo l’aut-aut di Fornero – “o il parlamento approva la riforma o si va a casa” – il clima è tornato incandescente. L’ultimatum del ministro del Welfare non è certo il passpartout per superare le distanze con le forze della maggioranza e le critiche – bipartisan – sull’eccesso di toni e contenuti del messaggio ministeriale non sono mancate. Di qui l’appello (quasi riparatore) del governo a non forzare, a non aprire proprio in parlamento un braccio di ferro sulla riforma. Il ministro Passera è fiducisioso ma ammette che il momento è complicato. Un modo per mettere le mani avanti? Nel Cdm di oggi si capirà meglio.

Martedì a Palazzo Chigi è in agenda un nuovo vertice tra Monti e ABC, quello di un mese fa pare ormai roba da biblioteca visto poi come sono andate le cose: l’ostracismo della Camusso (e in parte di Bersani) sull’articolo 18 ha costretto Monti ad ammorbidire la norma, ma c’è anche chi non esclude l’ipotesi di una moral suasion da parte del Colle per non rischiare un conflitto sociale. Ora, a bocciare quel testo senza se e senza ma è Confindustria che ieri dalle colonne del Sole24Ore ha sollecitato l’esecutivo a introdurre azioni concrete per le imprese e a rimettere mano alla rigidità in entrata che penalizzerebbe in modo particolare i giovani e chi vuole assumere.

Certo è che domani da Palazzo Chigi ABC dovranno uscire con un punto di mediazione e senza rinunciare a tanto, ciascuno per propria parte. Le amministrative alle porte sono un buon motivo per non sacrificare troppo il sacrificabile, anche perché i sondaggi danno in crescita da un lato il movimento di Grillo, dall’altro Sel e Idv. Un dato che allarma le forze di maggioranza che seppure confermano il sostegno al governo dei Prof, devono fare i conti con una nuova ondata di anti-politica.

In casa Pd Bersani prova a stemperare il clima; dice che ci saranno cose da aggiustare e tra queste la questione dei para-subordinati, ma che il provvedimento va approvato in tempi brevi. Al tempo stesso sa bene che non è il caso di lasciare troppo spazio a Vendola che ieri è tornato ad attaccare la riforme e Monti rilanciando il tema degli esodati; idem per Di Pietro già posizionato coi suoi su due filoni: “questione settentrionale” (ora che la Lega è in difficoltà) e il finanziamento pubblico ai partiti sul quale ha annunciato un nuovo referendum abrogativo.  

Sul versante opposto, Alfano non può permettersi, né ha alcuna intenzione, di fare orecchie da mercante rispetto alle richieste del mondo imprenditoriale e da questo punto di vista l’incontro con la Marcegaglia (che domani vedrà pure il leader Pd) è sembrato sancire un nuovo patto d’azione sulla riforma tanto contestata. Più flessibilità in entrata è il punto centrale che il segretario del Pdl porterà al tavolo con Monti, oltre al dossier Imu con l’idea di rateizzare l’imposta e di tenerla in vigore solo per un anno. C’è poi il capitolo crescita sul quale il Pdl vuole fatti concreti dall’esecutivo e non “annunci evanescenti”. Infine, il dossier tasse.

Quelle che i Prof. promettono di abbassare usando la leva della delega fiscale all’interno della quale sarà previsto un fondo dove riversare le risorse recuperate dall’evasione fiscale e da quella che Passera chiama lotta alle spese inutili. Un fondo per sostenere imprese e cittadini, ma ancora non è chiaro come questo ‘tesoretto’ verrà impiegato. A Palazzo Chigi si parla di ‘scopi molteplici’ che vanno da una prima riduzione della pressione fiscale ad iniziative per combattere la disoccupazione. Ma da Via XX Settembre il ministro economico Grilli non pare intenzionato granchè, almeno per ora, a immettere soldi subito sul fondo ad hoc: si dice per evitare in questa fase l’assalto alla diligenza. Si saprà di più e meglio oggi in Consiglio dei ministri dove la delega fiscale dovrà essere licenziata.

La settimana che si apre porta con sé molti elementi per capire se l’ultimatum di Fornero si tradurrà in uno show-down o se i partiti saranno in grado di trovare un punto di caduta che non faccia cadere nessuno. Il 6 e 7 maggio alle urne.