Su treni ed energia si potrà costruire il futuro di un’Italia solida

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Su treni ed energia si potrà costruire il futuro di un’Italia solida

08 Settembre 2011

I treni nella vita passano una volta sola, o forse no. Ce lo ha spiegato Mauro Moretti, Ad del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, raccontandoci del successo dell’azienda. Oltre a lui, a riempire la giornata una tavola rotonda sulla strategia energetica per la crescita impreziosita dalla presenza del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia. Un altro grande dì per noi studenti.

Il fulcro del pomeriggio ha quindi viaggiato sui binari delle Ferrovie nostrane e con la presenza di Mauro Moretti, ad dello Ferrovie dello Stato, sul tema: “Il caso di successo di un’azienda pubblica: le Ferrovie dello Stato Italiane” con la moderazione del Direttore del quotidiano online l’Occidentale, Giancarlo Loquenzi.

Il nuovo mercato liberalizzato è stato posto come punto di partenza, tanto che anche tra noi gli interrogativi sui nuovi concorrenti erano molti, e sono stati posti. L’ad ci ha garantito che le “nuove regole varranno per tutti, anche per FS”, soprattutto in riferimento alla normazione sul lavoro. Il problema semmai rimarrà quello della differente applicazione nei vari paesi europei. 

Inoltre la situazione delle Ferrovie nel 2006, anno in cui è arrivato Moretti, raccontava  di un passivo di 2 miliardi di euro l’anno. Nel giro di un paio d’anni si arriva al guadagno di 16 milioni, fino ai 129 guadagnati nel 2010. Ma il nodo ancora da sciogliere è quello del trasporto regionale, considerato dallo stato servizio universale, fisiologicamente e comunque in perdita, per cui si è cercato di “dividere i prodotti di mercato (l’alta velocità, ndr) dai servizi universali. Sulla parte di mercato le Ferrovie sono in attivo con tutte le componenti”.

La ricetta offerta dall’ad, e condivisa anche dal corpo studente, è perciò quella per cui “la demagogia non paga”. Occorre pensare in concreto e farlo in fretta.  

A seguire una tavola rotonda su “Italia 2030: una strategia energetica per la crescita” a cui hanno preso parte  il sottosegretario Stefano Saglia, Gianni Armani di Terna, Gianluca Comin  di Enel, Giuseppe Recchi di Eni e Marco Staderini di Acea), il tutto con la moderazione di Francesco Valli.

E’ stato proprio il sottosegretario a lanciare sul tavolo il dibattito sul piano energetico italiano dopo il ‘no’ al nucleare: “Entro l’anno con il ministro Romani presenteremo un piano centrato su 3 voci: sicurezza, sostenibilità e competitività. Una proposta d buon senso che ha trovato consensi anche tra di noi.

Sulla stessa lunghezza d’onda Recchi scondo cui serve più diversificazione nelle fonti, nei materiali e nelle infrastrutture. A dunirsi al coro anche Comin, che ha invitato a “non sottovalutare il problema della sostenibilità economica oltre che dell’inquinamento”.

Un altro settore da sfruttare, come ricordto dal pubblico è quello delle esportazioni. Lo stesso Armani ha ricordato che “le nostre centrali sono in sottoproduzione perché non possono esportare a causa dei costi”, anche attraverso “una programmazione certa della politica”, come ha a sua volta detto Staderini.

A questo va aggiunta una sperimentazione su scala locale della mobilità sostenibile che, secondo alcuni di noi, permetterebbe di snellire le procedure burocratiche ed iniziare de facto una innovazione sul territorio.

In mattinata a tenere banco due lezioni seguite dagli studenti in sessione plenaria: la prima del Professor Raffaele Perna su “Le istituzioni al tempo del maggioritario” e in seguito l’analisi del professor Pascal Salin su come “Tornare al capitalismo per uscire dalla crisi”. Senza dimenticare la lettura data dal giornalista Carlo Panella circa “La piazza araba è scalabile” e il ragionamento del professor Gennaro Sangiuliano su “L’economia sociale di mercato”. Anche oggi non è mancata l’appendice letteraria, curata dall’europarlamentare Erminia Mazzoni che ha presentato il libro “Il sangue del Sud” di e con Giordano Bruno Guerri.

La penultima giornata di questa Summer School, sebbene ridotta negli orari rispetto al programma, ha offerto diversi spunti di riflessione. Oltre a ragionare del futuro del sistema paese si è pensato anche al funzionamento di una grande azienda, un’ottima palestra per chi domani dovrà confrontarsi con le sfide della governance. Dulcis in fundo, il dibattito tutto interno agli studenti sul personaggio a cui dedicare la VI edizione: ma questo è un nome che saprete solo domani…