Subprime, Usa chiedono 14 miliardi a Deutsche Bank

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Subprime, Usa chiedono 14 miliardi a Deutsche Bank

17 Settembre 2016

Il governo americano ha chiesto 14 miliardi di dollari a Deutsche Bank per scontare i “peccati” nei derivati immobiliari: una cifra davvero da record nella storia degli scandali esplosi con la crisi finanziaria. La Deutsche Bank pare abbia persino confermato la richiesta del Dipartimento di Giustizia Usa per aver emesso e sottoscritto titoli con sottostante mutui residenziali subprime (Rmbs) e per aver realizzato le connesse attività di securitizzazione nel periodo 2005-2007. In pratica aver “ingannato” gli investitori sulla qualità dei prestiti ipotecari alla base dei titoli presentati come relativamente sicuri anche se non lo erano, come ha sintetizzato l’agenzia Ap.

Ma la banca tedesca proprio non ci sta. Ha fatto sapere, infatti, che non pagherà mai una simile cifra. Auspicando, piuttosto, che un accordo possa essere presto raggiunto su una multa assai più contenuta, che le consenta di archiviare uno dei casi che più hanno scosso la sua reputazione.

“La Deutsche Bank non ha alcuna intenzione di saldare questo risarcimento civile per un ammontare così alto”, ha fatto sapere la prima banca tedesca. Il Dipartimento di Giustizia Usa ha invitato la banca a formulare “una controfferta”. 

Il botta e risposta ha dato il via ad un complesso e teso processo negoziale che, secondo indiscrezioni, potrebbe arrivare a conclusione entro l’anno. Una scadenza ravvicinata nell’interesse del Dipartimento della Giustizia, giunto al capolinea dell’amministrazione di Barack Obama con un bilancio misto sugli scandali, numerose multe e poche condanne di responsabili. 

Le cifre sulla sanzione finale sono in realtà difficili da prevedere: tradizionalmente, come ha sottolineato Deutsche, le autorità statunitensi alzano il tiro prevedendo significativi ridimensionamenti della richiesta. Goldman Sachs cominciò da 15 miliardi e ne versò 5,1. JP Morgan da 20 per scendere a 13. Complessivamente JP Morgan, Citigroup e Morgan Stanley hanno pagato 23 miliardi per derivati immobiliari tossici fatti ingoiare agli investitori. Inoltre per una questione analoga la Goldman Sachs ha chiuso un accordo ad aprile per un ammontare di 5,06 miliardi di dollari. 

Deutsche può a suo favore rivendicare volumi di business inferiori ai rivali: nei due anni considerati i suoi titoli garantiti da mutui subprime sono stati pari a un terzo rispetto a Goldman e a un tredicesimo di quelli di Bank of America, detentrice della sanzione record con 16,6 miliardi.