Successo per l’asta dei Bonos in Spagna. E le banche ci guadagnano

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Successo per l’asta dei Bonos in Spagna. E le banche ci guadagnano

17 Aprile 2012

La Spagna conforta i mercati. L’asta di oggi dei titoli di Stato spagnoli a breve termine ha avuto infatti un esito positivo, con l’acquisto di oltre 3,18 miliardi d’euro in Bonos a 12 e 18 mesi, rispetto all’obiettivo previsto dal Tesoro spagnolo di 3 miliardi. Ma nonostante la vendita record, i rendimenti – la prima de riesgo – sono saliti: dall’asta del 20 Marzo scorso, i titoli di Stato a 12 mesi sono passati da un rendimento dell’1,41% al 2,62%, mentre il tasso sui titoli spagnoli a 18 mesi è passato dall’1,71% al 3,11% .

Un esito, quello di oggi, ben differente dalle aspettative nutrite fino a ieri dai mercati, che guardavano con preoccupazione all’asta dei Bonos spagnoli. La volatilità dei titoli di Stato emessi dalla Spagna, dovuta alle problematiche sollevate dalle manovre di austerità promosse dal primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, di cui ancora l’Europa non è ancora pienamente persuasa, è un fattore che ha convinto nelle recenti settimane molti compratori ad abbandonare i Bonos per rifugiarsi su titoli considerati maggiormente sicuri.

Resta da valutare, in particolare, l’effetto dei tagli alla spesa pubblica voluti dal governo Popolare di Mariano Rajoy, che nelle intenzioni dovrebbero portare la Spagna a raggiungere l’obiettivo del 5,3% nel rapporto tra deficit e Pil, il vero problema del governo iberico.

Le borse europee, a seguito dell’andamento più che soddisfacente dell’asta dei Bonus, hanno registrato delle risalite: a Piazza Affari, l’indice Ftse Mib segna una crescita del 2,41%, Parigi riporta un punto e mezzo di incremento, mentre Londra e Francoforte si attestano a una crescita di circa un punto.

L’andamento positivo dei mercati è stato consolidato anche dalla pubblicazione deli dati dell’indice Zew tedesco. Lo Zew, che misura la fiducia delle aziende tedesche sull’andamento dell’economia, ha registrato il quinto rialzo di fila nel mese di Aprile, portandosi a 23,4 punti. Un buon risultato, considerando che le aspettative degli economisti erano di un arretramento a 19 punti.

Anche l’euro si è giovato del successo dell’asta dei Bonos.  La divisa unica europea si è apprezzata sul dollaro, portandosi da 1,30 a 1,31 a dollari Usa.

Oggi è stata anche la giornata della pubblicazione del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale. Per l’Italia una cattiva notizia e una buona. La cattiva è che la recessione nel nostro Paese sarà più pesante del previsto, con un contrazione prevista sul Pil dell’1,9%. La buona è che segnali di ripresa si avranno già dal 2013, con una contrazione prevista dello 0,3%.

Quanto alla Spagna, secondo il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, Madrid sta procedendo nella direzione giusta, nonostante la recessione che attanaglia i paesi Ue sia ancora un rischio per l’economia mondiale. Per il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, che si è detto “impressionato” dalle misure anticrisi intraprese dal governo iberico, la Spagna non dovrebbe più aver bisogno di ricorrere al sostegno dei fondi europei: “Non penso che la Spagna avrà bisogno di un aiuto esterno”, ha dichiarato Juncker ai giornalisti.

E mentre già gli investitori sembrano guardare all’asta dei titoli biennali e decennali dei titoli spagnoli prevista per Giovedì, ad analizzare l’andamento dello spread dei paesi a più alto rischio sovrano, come Italia e Spagna, vien da dare ragione a quanto espresso dal parlamentare Pdl Renato Brunetta sul suo blog.

L’ex-ministro della Funzione Pubblica ha messo in evidenza il gioco perverso operato sui mercati dalle banche, le quali, utilizzando i LTRO, prestiti a tassi agevolati concessi negli ultimi mesi dalla Bce in funzione anti-ciclica, possono allo stesso tempo investire grandi quantità di quelle risorse in titoli di Stato nazionali, e influenzare l’andamento dei rendimenti su quegli stessi titoli nel mercato secondario, con ripercussioni anche sull’andamento dello spread.

Lo stesso timore che ha manifestato oggi il presidente della Bce Mario Draghi, secondo il quale la crisi finanziaria “ha evidenziato la mancanza di trasparenza in un gran numero di mercati finanziari”. Draghi, che ha invocato un maggior controllo delle istituzioni e dei mercati finanziari non regolamentati, ha dichiarato che “rischi sistemici possono venire da qualsiasi parte del sistema finanziario, incluso quello delle banche ombra”. Il governatore della Bce, purtroppo, sembra arrivare un po’ in ritardo.