Sudafrica: clima di incertezza intorno a nuovo governo
28 Settembre 2008
di redazione
Nuova defezione nel governo sudafricano: ieri si è dimesso il viceministro degli Esteri. In una lettera Aziz Pahad ha spiegato di non poter lavorare al fianco del neo presidente Kgalema Motlanthe, che ha assunto le funzioni giovedì, nel giorno in cui le dimissioni di Thabo Mbeki, al secondo mandato in qualità di capo dello stato, sono diventate effettive.
Mbeki è stato costretto a rimettere il suo mandato un anno prima della scadenza naturale, il 20 settembre scorso in seguito ad una richiesta in tal senso da parte del suo partito, L’African National Congress (Anc). Secondo un giudice, infatti, Mbeki avrebbe esercitato pressioni per influenzare un’inchiesta giudiziaria che vede coinvolto il suo rivale politico Jacob Zuma. In un intervento trasmesso dalla televisione di stato, il 21 settembre, il successore di Nelson Mandela ha così annunciato le dimissioni ma fermamente respinto le accuse di aver cospirato ai danni di Zuma; successivamente Mbeki ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la sentenza del giudice.
Quella di oggi è solo l’ennesima defezione dei fedelissimi a Thabo Mbeki. Prima di lui si è dimesso un terzo dell’intero esecutivo, tra cui il ministro delle Finanze Trevor Manuel, considerato l’architetto della crescita economica del Paese che nell’ultimo decennio ha raggiunto un tasso di crescita del 5 per cento. Sebbene quest’ultimo si sia detto pronto a collaborare con il nuovo governo, la fine del decennio Mbeki è segnato da un clima di grande inquietudine – i cui effetti non hanno tardato ad agitare i mercati finanziari di Johannesburg.
Il nuovo presidente designato Kgalema Motlanthe ha tentato di rasserenare gli animi: "La stabilità e la continuità saranno garantite nel percorso verso le elezioni del 2009" ha dichiarato all’agenzia France Presse. Gli ha fatto eco il leader dell’Anc Jacob Zuma: "Non c’è alcuna ragione per allarmismi". Fatto sta però che il governo continua a perdere pezzi.
Accolta invece con applausi e soddisfazione la decisione di rimuovere dal suo incarico di ministro della Salute Manto Tshabalala-Msimang considerata dalle organizzazioni impegnate nella lotta contro l’Aids colpevole di una politica irresponsabile che aveva solo aggravato la diffusione dell’epidemia. Il ministro, che per curare l’Aids consigliava una dieta a base di legumi, limone e aglio (il che le ha conquistatp il soprannome di ‘dottor aglio’) era infatti critica delle terapie antiretrovirali. La sua rimozione potrebbe indicare una nuova strategia nella lotta all’Aids che nel Sudafrica miete il maggior numero di vittime.
Nel 2006 lo stesso Mbeki per la verità aveva affidato al suo vicepresidente di allora, Phumzile Mlambo-Ngcuka, le politiche anti-Aids, compito poi però ritornato nella mani del discusso ministro ‘dottor aglio’.
Il Treatment Action Campaign, che ha combattuto molte battaglie legali contro l’ex titolare della Salute, ha accusato direttamente l’ex presidente Mbeki: "Oltre due milioni di sudafricani sono morti durante la sua presidenza. L’ex presidente aveva infatti più volte espresso dubbi sul legame tra Hiv e Aids, tanto che nel 2006 l’allora inviato speciale dell’Onu per l’Aids aveva bollato un intervento dell’ex presidente sudafricano come "un discorso degno di un gruppo di fanatici estremisti pazzi più che di uno Stato preoccupato e compassionevole".
I nuovi ministri, tra cui quello alla Salute, saranno presentati venerdì prossimo.
Bfr
fonte: APCOM