Sudafrica, sconfitta storica del partito di Mandela

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Sudafrica, sconfitta storica del partito di Mandela

05 Agosto 2016

Crollo storico dell’African National Congress alle elezioni municipali in Sudafrica. Il partito che fu di Nelson Mandela rimane il primo partito del paese, ma ha ottenuto il peggior risultato della sua storia dalla fine del regime dell’apartheid, perdendo il 7,5% e attestandosi al 54,4% a livello nazionale, ben al di sotto della soglia del 60% ottenuta alle scorse elezioni. 

Il Sudafrica della Nazione Arcobaleno, da tempo sbiadita, si è, così, svegliato di colpo dopo le elezioni amministrative. Il Congresso nazionale africano (African National Congress, Anc), al potere dal 1994, quando Nelson Mandela fu eletto presidente della Repubblica, si è reso conto che per la prima volta dovrà fare i conti con l’Alleanza democratica (Democratic Alliance, Da). Con oltre il 54% a livello nazionale (contro il 61% alle elezioni presidenziali del 2014) l’Anc è sempre il primo partito, ma incassa la peggiore sconfitta dalla fine dell’apartheid. 

Tranne che Durban, l’Anc ha perso tutte le principali città. Merito di Mmusi Maimane, il volto nuovo della Da: primo leader nero del partito bianco all’opposizione. Il trentaseienne ha messo il dito sulla piaga della corruzione e della disoccupazione dell’Anc. Ha vinto anche Julius Malema, l’ex leader della Gioventù dell’Anc che, con il 7-8% ottenuto dal suo partito di ultrasinistra dei Combattenti per la libertà (Economic Freedom Fighters, Eef), sarà l’ago della bilancia. Ha perso invece Jacob Zuma, il presidente attuale, incolore e per molti corrotto. 

Perino nella municipalità di Nelson Mandela Bay, città simbolo della lotta contro la segregazione e capitale dell’industria automobilistica, l’Anc ha capitolato davanti al Da.  A pesare sul voto degli elettori contro il partito, la disoccupazione e gli scandali legati alla corruzione durante il mandato del presidente Jacob Zuma che hanno danneggiato l’immagine dell’Anc.