Sul caso Lambert l’Europa perde la sua coscienza
14 Giugno 2015
Il 5 giugno scorso la Grande Camera della Corte dei Diritti Umani di Strasburgo ha pronunciato la sua prima sentenza sul fine vita e sull’eutanasia, autorizzando la sospensione di idratazione e alimentazione assistita a Vincent Lambert, un infermiere francese di 39 anni, che a seguito di un grave incidente stradale nel settembre del 2008 è diventato tetraplegico e si trova in stato di minima coscienza. Non è attaccato a nessuna macchina, respira autonomamente e non è in fin di vita.
La sua è una vicenda che ricorda molto quella di Terry Schiavo: come per il caso della donna americana, i genitori di Vincent si oppongono alla sua eutanasia, e insieme a loro anche due suoi fratelli, mentre Rachel, la moglie di Vincent, ha chiesto la sospensione di idratazione e alimentazione, affermando che lui prima dell’incidente le avrebbe detto che non avrebbe mai voluto vivere in quelle condizioni, casomai ci si fosse trovato. Rachel è sostenuta da una sorella e quattro fra fratellastri e sorellastre di Vincent, e un nipote.
Durante il lungo contenzioso giuridico per ben due volte i medici hanno cercato di farlo morire interrompendo l’alimentazione e riducendogli al minimo l’idratazione, una volta per 16 e l’altra per 31 giorni, ma Lambert è sopravvissuto per il tempo necessario per tornare a essere di nuovo nutrito, dopo l’intervento dei genitori.
Nel frattempo è nato un comitato per il diritto alla vita di Vincent, “Io sostengo Vincent”, che ha lanciato anche un appello in suo sostegno, raccogliendo 40.000 adesioni. All’indomani della sentenza della Corte, nel sito del comitato è stato postato un video sconvolgente, in cui suo fratello David gli parla, mentre Lambert lo guarda fisso negli occhi, muovendo anche la bocca e sbattendo le palpebre. Il video, di cui potete vedere un estratto qui, ha fatto in pochissimo tempo letteralmente il giro del mondo, suscitando addirittura proteste da parte di chi vi ha visto una “manipolazione politico-religiosa”.
Intanto a Strasburgo la madre di Vincent ha tenuto una conferenza stampa insieme a esperti medici, e amici e sostenitori di Vincent hanno manifestato presso la Corte Europea, quella Corte dove i cinque giudici che si sono opposti al giudizio della maggioranza (12), hanno scritto un’opinione dissenziente durissima, un vero e proprio J’accuse nei confronti dei propri colleghi, che si conclude: “Nel 2010, per celebrare il suo cinquantesimo anniversario, la Corte ha accettato il titolo di ‘Coscienza d’Europa’… Ci rammarichiamo che la Corte, con questa sentenza, abbia perso il diritto a fregiarsi di quel titolo”.