Sul D’Addario-gate infuria la battaglia giudiziaria (e politica)
18 Giugno 2009
L’inchiesta di Bari va avanti. Anche se da ieri Giuseppe Scelsi, il pm che ha aperto il dossier sulla partecipazione a pagamento di ragazze a feste tra Palazzo Grazioli e Villa La Certosa, è in ferie. Per due settimane.
Gli inquirenti sarebbero intenzionati ad accertare se l’imprenditore barese Giampaolo Tarantini abbia in più occasioni, e a beneficio di diverse persone influenti, ingaggiato e fornito ragazze affinchè queste partecipassero a feste organizzate in luoghi esclusivi. Il sospetto degli investigatori – ancora tutto da verificare – potrebbe essere avvenuto per consentire a Tarantini di avvicinare persone di potere a beneficio della sua attività imprenditoriale. Per ora è solo un’ipotesi che gli investigatori ricollegano ad alcuni elementi emersi nel corso di conversazioni intercettate dalla guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti nella fornitura di protesi da parte della società dei fratelli Tarantini, la Tecnohospital di Bari. Proprio indagando su presunti episodi di corruzione, il pm Scelsi ha intercettato i colloqui in cui Giampaolo Tarantini parlerebbe delle ragazze che ha ingaggiato per farle partecipare ad alcune feste a Palazzo Grazioli, residenza romana del premier Berlusconi. Negli ambienti investigativi baresi non si esclude che le verifiche possano riguardare anche i motivi che avrebbero indotto Tarantini ad ingaggiare le ragazze, spendendo migliaia di euro. In quest’ultimo caso, le verifiche potrebbero riguardare l’attività della Tecnohospital, che ha rapporti d’affari anche con strutture pubbliche per la fornitura di protesi sanitarie. In sostanza gli inquirenti intendono capire se esiste un nesso tra l’ingaggio delle ragazze e le commesse per la fornitura dei prodotti ospedalieri. Inoltre sarebbero state avviate verifiche sulle intestazioni di biglietti aerei e pernottamenti in hotel romani dove le ragazze hanno detto di essere ospitate.
Intanto sono state acquisite le audiocassette che Patrizia D’Addario – la donna che al Corriere della Sera ha raccontato la sua partecipazione ad eventi mondani a Palazzo Grazioli su invito di Giampaolo Tarantini e confermato di avere per questo ricevuto un compenso in denaro – ha consegnato spontaneamente e avrebbe registrato durante due feste nella residenza romana del premier. Le audiocassette non sono state ascoltate e sono state chiuse in un plico sigillato per evitare fughe di notizie. Oltre alla D’Addario, sentita dal pm nei giorni scorsi, in procura sarebbero state ascoltate altre tre ragazze. Sarebbero in corso anche verifiche sulle intestazioni di biglietti aerei e pernottamenti in hotel romani dove le giovani sentite dagli investigatori avrebbero detto di essere state ospitate.
Fin qui le novità dell’inchiesta. Sul fronte politico, invece, il livello dello scontro resta alzo zero tra maggioranza e opposizione. Il Pdl fa quadrato attorno al premier e va al contrattacco chiamando in causa da un lato le dichiarazioni di D’Alema sulle “imprevedibili scosse” in arrivo per Berlusconi, dall’altro la linea giustizialista che la sinistra usa su vicende private come osserva Cicchitto quando richiama la differenza profonda tra il centrodestra e il centrosinistra. Mentre è evidente che oggi l’unica linea ritenuta produttiva da una parte dell’opposizione e’ quella di cavalcare la via dell’attacco sul terreno della vita privata del presidente Berlusconi, noi ricordiamo, anche all’onorevole D’Alema e agli altri dirigenti del Pd, che, in occasione di vicende politico-giudiziarie in cui sono stati interessati, non abbiamo cavalcato il giustizialismo né in Italia nè al Parlamento europeo”.
C’è un solo modo per rispondere alle polemiche secondo il presidente dei deputati Pdl : “Il presidente del Consiglio, il governo, la maggioranza hanno solo un compito: affrontare i problemi del Paese: questo è quello che ci chiede la gente”. Il richiamo ad una strategia di delegittimazione giocata anche sul fronte internazionale è il concetto sul quale si sofferma Alfredo Mantovano secondo il quale il presidente del Consiglio “cerca di rendere l’Italia protagonista su vari fronti”, mostrando “segni di una rinnovata vitalità che, inevitabilmente, danno fastidio a molti”. In un’intervista al Giornale il sottosegretario all’Interno risponde alle domande sulla possibilità che Berlusconi possa dare fastidio anche all’estero. “’Non voglio imputare di complotto Zapatero, ma che la Spagna non sia felice di rivedere i clandestini sulle sue coste mi pare sia certo. Come è certo che El Pais (il quotidiano che ha pubblicato le foto a Villa Certosa, ndr) è uno dei principali giornali filogovernativi spagnoli” e abbia un ”legame stretto” con Repubblica. Sul collegamento ipotizzato tra le notizie sull’inchiesta di Bari e le ”scosse” di cui ha parlato D’Alema nell’intervista a Lucia Annunziata, Mantovano afferma che l’esponente del Pd “non può nascondersi dietro un dito, sia per le sue parole inequivocabili che per le sue frequentazioni baresi. Che D’Alema abbia buoni rapporti con gli uffici giudiziari baresi è un fatto”.
Diversa la lettura che corre nei ranghi del Pd. Per il senatore Nicola Latorre (dalemiano) il presidente del Consiglio dovrebbe rispondere a quesiti che “espongono il sistema Paese a una perdita di credibilità che non ci possiamo permettere” e il centrodestra sbaglia a non prendere in considerazione questo aspetto. “Il nostro Paese sta attraversando una grave crisi economica, sta per ospitare un importante vertice internazionale e deve fronteggiare le conseguenze di un terremoto drammatico. Per questo c’è bisogno di chiarezza, questa vicenda va affrontata con serietà e rigore. Una parola decisiva su questa vicenda è nelle mani del premier e della sua maggioranza”.
Già, il G8 di luglio. Appuntamento che sembra ormai diventato una sorta di d-day nei commenti che si rincorrono nei palazzi della politica, tra coloro che temono il rischio di nuovi sviluppi nell’inchiesta di Bari e chi non esclude nuove mosse mediatico-giudiziarie contro il Cav. In entrambi i casi il fine non cambia: delegittimare la credibilità e colpire l’immagine del premier sulla scena internazionale proprio nel momento in cui a L’Aquila riceverà gli otto grandi della terra. Come quindici anni fa: G8 a Napoli, giugno 1994.