Sul Fronte Polisario il Governo si allinea a Cuba
16 Luglio 2007
“Che ne direbbe l’attuale governo italiano se il Marocco riconoscesse lo status diplomatico alla Padania? O agli indipendentisti sardi?”. Probabilmente nascerebbe un incidente diplomatico. La pensa così anche Souad Sbai, la presidentessa della Confederazione delle Comunità marocchine d’Italia, dopo avere letto sui giornali della mozione approvata il 12 luglio dal nostro Parlamento con la quale si riconosce lo status giuridico e diplomatico ai combattenti armati del Fronte Polisario. Guerriglieri che da anni contendono al Marocco un pezzo di Sahara spagnolo o Saharawi che dir si voglia.
Ci mancava solo questa gaffe diplomatica nei già difficili rapporti tra l’Italia e il Marocco. Il tutto poi, come ha rivelato il più importante quotidiano algerino “El Khabar” l’altro ieri in prima pagina, era già stato mercanteggiato “nell’ultima visita di stato di Prodi ad Algeri”, durante la quale “erano già stati presi impegni in questo senso”.
Nell’ottica di chi conosce i retroscena dell’annosa questione del Saharawi, l’accaduto presenta connotati ancora più offensivi per Rabat: l’Algeria è infatti il paese che sta dietro le scaramucce e la guerriglia terroristica che da decenni insanguina l’ex Sahara spagnolo. I marocchini guardano ai castro-marxisti del Fronte Polisario come alla longa manus del governo di Algeri, che li usa per ottenere sostanziali modifiche territoriali a proprio favore e a spese del Marocco. E quell’area desertica, a quanto sembra, potrebbe essere ricca di petrolio.
Insomma, gli indipendentisti in realtà sarebbero dei mercenari pagati da Algeri e adesso il nostro Parlamento li riconosce con lo status diplomatico (finora nel mondo solo Cuba aveva osato tanto) dopo che lo stesso capo del governo italiano l’aveva promesso al governo di Algeri alcuni mesi fa nella sua ultima visita ufficiale.
In attesa di vedere che effetto farà tutto ciò sull’opinione pubblica marocchina e sul re del Marocco, in Italia le comunità locali maghrebine sono insorte e minacciano una manifestazione nazionale che si terrà probabilmente davanti a Montecitorio mercoledì 18 luglio alle ore 11.
La piattaforma politica della protesta è riassunta nell’incipit del comunicato emesso dalle comunità marocchine italiane, che recita così: “Intendiamo esprimere pubblicamente la nostra protesta per la mozione approvata il 12 luglio scorso dalla Camera dei deputati. E’ assurdo e pericoloso che proprio nel momento in cui sono in corso difficili negoziati tra il Marocco e il Fronte Polisario per arrivare ad una soluzione condivisa dei problemi di questa regione, il parlamento italiano assuma una posizione che può avere solo l’effetto di legittimare e incoraggiare le rivendicazioni dei movimenti più estremisti”. “Una mozione – precisa il comunicato – che porta la firma di molti parlamentari di estrema sinistra da anni apertamente schierati contro i tentativi del Regno del Marocco di risolvere, sotto l’egida dell’ONU la delicata questione del Sahara marocchino, e che rischia di incrinare i rapporti tra l’Italia e un paese arabo amico, impegnato da anni sul fronte delle riforme democratiche e della lotta al terrorismo”. “Giova ricordare – chiosa la nota di protesta – che fino a oggi solo Cuba, tra i paesi delle Nazioni Unite, ha scelto di conferire lo status diplomatico al Fronte Polisario”.
Ma Prodi per compiacere Rifondazione e Diliberto e tenere in vita così il suo governicchio ha da tempo dimostrato di essere disposto a indossare anche la t-shirt con il volto di Che Guevara.