Sul pullman di Prodi ora sale Veltroni

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Sul pullman di Prodi ora sale Veltroni

15 Febbraio 2008

Il pullman di Walter Veltroni
parte per il suo tour elettorale. E Romano Prodi resta a terra, deciso a
mantenere il profilo più basso possibile per tutta la campagna elettorale e a
lasciare scena piena al suo successore. Per il Professore è l’inizio della fase
più dura, quella dell’apparente pensionamento dalla vita politica e, insieme,
della sconfessione pubblica e a posteriori dell’impossibile convivenza tra
riformisti e radical-comunisti. Ovvero della ragione stessa del suo progetto
politico.

Ora lo scettro passa a
Veltroni, ovvero all’uomo che ha tentato di ballare il passo doppio insieme a
lui ma ha finito, inevitabilmente, per farlo inciampare e cadere. Un destino
scritto nell’evoluzione del quadro politico dopo le elezioni del 2006 e nella
nascita stessa del Partito Democratico. Ma la domanda ricorrente ora è in quale
modo e a quale prezzo Prodi accetterà questo nuovo ruolo subalterno e defilato.
Una risposta chiara ancora non c’è  Di
certo i rapporti tra i due nelle ultime settimane si sono rasserenati. Prodi e
Veltroni si sono parlati e, messa da parte la diffidenza, hanno raggiunto
un’intesa che assomiglia molto a un patto di non belligeranza. Il Professore ha
confermato che non ci saranno ripensamenti e che davvero non avanzerà una sua
candidatura nelle prossime elezioni “per un fatto di coerenza”. «Si è tanto
parlato di ricambio generazionale, bene, è necessario che qualcuno dia
l’esempio» ha detto.

Il significato del suo gesto
è chiaro: fare un assist a Veltroni, mettendo in luce la sua diversità rispetto
al coetaneo Silvio Berlusconi, ancora in pista e pronto ad aprire una nuova
stagione politica e di governo. Inoltre in questo modo il Professore punta ad
accentuare l’appeal dell’ “onesta sconfitta”, un argomento che sembra
incontrare consensi tra gli elettori progressisti, come dimostrano gli applausi
che nei comizi veltroniani scattano non appena l’ex sindaco di Roma rende onore
al premier dimissionario. Il clima, insomma, è cambiato profondamente tanto più
se si pensa all’animosità immediatamente successiva alla caduta in Senato che
aveva addirittura lasciato prefigurare la formazione di una lista di prodiani
arrabbiati.

Alla prova dei fatti nulla di
tutto questo si è verificato. E l’iimmagine del Prodi vendicativo è stata
smentita al suo basso profilo. Resta da capire quale sar