“Sul semi-presidenzialismo mi auguro prevalga l’interesse del Paese”

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“Sul semi-presidenzialismo mi auguro prevalga l’interesse del Paese”

“Sul semi-presidenzialismo mi auguro prevalga l’interesse del Paese”

25 Maggio 2012

Eccola la “grande novità politica degli ultimi anni”: già annunciata da Angelino Alfano prima delle elezioni amministrative e rilanciata da Silvio Berlusconi a Bruxelles. Si è materializzata oggi, nel corso di una conferenza stampa organizzata per l’occasione nella Sala Koch del Senato.

“Abbiamo deciso di compiere il gesto ardito di presentare al Paese, alla maggioranza e all’opposizione una possibilità di modernizzazione del Paese, dando ai cittadini la possibilità di incidere direttamente sulla scelta del presidente della Repubblica”, ha dichiarato in apertura di conferenza stampa l’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

L’Occidentale ha voluto parlarne con Giuseppe Calderisi, parlamentare del Pdl, membro della Commissione ‘Affari Costituzionali’ della Camera e della Giunta per il ‘Regolamento’, nonché relatore, assieme al deputato piddino Gianclaudio Bressa, del tanto atteso disegno di legge sui rimborsi elettorali ai partiti.

Non crede che una riforma dell’architettura istituzionale dello Stato nel senso di un sistema semi-presidenzialista alla francese debba andare di pari passo con la modifica della legge elettorale attualmente in vigore?

L’adozione del modello semi-presidenziale alla francese, in materia di legge elettorale, porta già con sé l’idea del doppio turno. E’ evidente, infatti, che l’elezione diretta del Presidente della Repubblica debba prevedere contemporaneamente un sistema elettorale coerente con tale previsione.

Al di là dei tatticismi di queste ore, vi sono secondo lei dei margini politici affinché gli altri Partiti, e in particolar modo il Partito democratico, possano sedersi al ‘tavolo’ della trattativa e, in un secondo momento, convergere verso la proposta Berlusconi-Alfano?

Nel Pd sono già in molti ad aver aperto al semi-presidenzialismo (per Massimo D’Alema, ad esempio, “se venisse proposto il semi-presidenzialismo alla francese, l’elezione diretta del capo dello Stato non vi sarebbe nulla in contrario”, ndr). Sul tema, quindi, mi auguro si guardi all’interesse generale del Paese. Alfano, con questa proposta, ha chiamato tutti ad un’assunzione di responsabilità. Si tratta di una proposta sacrosanta, ad esclusivo vantaggio dell’Italia. Tra la Grecia e la Francia esiste un abisso. Sotto l’aspetto dell’architettura costituzionale dello Stato, non possiamo più permetterci il lusso di volgere il nostro sguardo ad Atene. A Parigi, invece, nonostante le ali estreme siano tuttora molti forti, il sistema istituzionale è in grado di indicare con estrema facilità un governo. E allora si colga quest’occasione. Un’occasione nata sotto il segno della perdita di sovranità dell’Italia a discapito degli organismi dell’Unione europea. In questo senso, un Presidente della Repubblica scelto direttamente dai cittadini serve eccome. Si veda il caso Hollande: appena eletto dai francesi ha potuto immediatamente incontrare Angela Merkel e gli altri leader europei e internazionali.

L’art. 138 della Costituzione, per le leggi di tale rango, prevede la doppia approvazione alla Camera e al Senato a intervallo non minore di 3 mesi. Ci saranno i tempi tecnici per approvare la riforma entro la fine della legislatura?

Se c’è la volontà politica, i tempi ci sono. Per esempio, il Parlamento potrà lavorare anche ad Agosto, come già avvenuto l’anno scorso, quando furono approvate le misure contro la crisi economico-finanziaria. Inoltre, si potranno approvare le modifiche alla legge elettorale tra la prima e la seconda delibera delle Camere. Spesso, infatti, si fa molto meglio quando si ha poco tempo a disposizione. Sarebbe invece assurdo discuterne dopo le prossime Politiche. La figura del prossimo capo dello Stato, in caso di elezione per via parlamentare, verrebbe messa fortemente in discussione durante il suo mandato da un iter parlamentare del genere. Per questo motivo, la riforma va approvata prima del voto.