Sul web c’è già un nuovo centrodestra
05 Aprile 2014
Noi pensiamo che ciò che va immaginato online non debba essere un partito tradizionale, fatto di gerarchia, di alleanze, di equilibri ricercati spesso spasmodicamente. Non un soggetto abituato a parlare più di se stesso che della realtà di cui dovrebbe occuparsi. E’ possibile, utilizzando il web e i nuovi media, immaginare di andare finalmente oltre la statica distinzione sin qui utilizzata tra partito leggero e partito pesante. In un contesto in via di costante e rapida evoluzione, con forme comunicative che si susseguono e spesso si sovrappongono, pensare a un partito costruito su un apparato rigido, su gerarchie ben definite, su catene di comando stringenti e rodate è un colossale controsenso.
Online esiste già, da tempo, quello di cui il nuovo centrodestra avrebbe bisogno anche nel mondo reale. C’è una rete di persone che si organizza autonomamente, che crea siti, gruppi di discussione, anima profili social, interagisce e lo fa su base prepolitica. C’è la galassia dei siti Internet cattolici, ci sono le coalizioni liberiste antitasse, ci sono i riformisti, i fusionisti, quelli che discutono di come importare anche qui le buone pratiche dei principali partiti conservatori stranieri. Una rete spesso ignorata e minimizzata dai partiti tradizionali e che invece dovrebbe rappresentare la spina dorsale su cui costruire il centrodestra del futuro. Perché è lì, già presente, è spontanea, genuina, a costo praticamente zero. Ed è politicamente coerente, non si attiva solo per le elezioni e viene alimentata, anzi, da una grande e costante elaborazione politica.
Tutti questi soggetti muovono nella prospettiva di una visione comunitaria: sono spesso poco considerati dagli establishment mediatici e politici, eppure non si scoraggiano, si organizzano, cercano di fornire risposte a domande politiche e culturali che sono crescenti e spesso ignorate. Ascoltando queste istanze e sfruttandone la genuina forza propulsiva, i repubblicani americani hanno rivitalizzato un partito che pareva morto e vinto le prime elezioni di medio termine del post-Obama. Far dialogare queste anime, che, per mancanza di risorse e spazi, hanno trovato online la loro dimensione e in rete hanno reperito la forza per esistere, andare avanti e provare a organizzare qualcosa, è un obbligo.
(Tratto da Moderati. Per un nuovo umanesimo politico, Marsilio 2014)