Sulla famiglia peggio di Zapatero fa solo l’Ue

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Sulla famiglia peggio di Zapatero fa solo l’Ue

19 Giugno 2007

Il titolo di questo articolo avrebbe potuto essere anche “ermafroditismo luciferino” E non si sdegnino, per cortesia, i laici convinti e credibili per quell’aggettivo, “luciferino”. Qua non vogliamo in alcun modo cianciare di teologia, Paradiso Terrestre o allegoria dantesca. Ma se un certificato campione del laicismo militante quale è Piergiorgio Odifreddi spesso ama lanciarsi in ardite esegesi sulla figura dell’Angelo Caduto, qualificandolo etimologicamente come “portatore di luce” (scienziato, quindi?), ben possiamo anche noi, più modestamente, certo, prendere spunto da una delle caratteristiche peculiari di “Cornetta”, ovvero l’ermafroditismo, per discettare brevemente sullo scenario, o meglio sul campo di battaglia, che vede contrapporsi oggi Europa e Famiglia.

Quanto è accaduto nella Spagna di Zapatero ci è noto: aboliti per legge i termini “madre”, “padre”, “marito” e “moglie”. Per ora sembra essersi salvato il termine “figlio”, in mancanza di adeguato sinonimo laicista D.O.C. “Frutto dei lombi” in effetti puzzava un po’ troppo di sciovinismo da sagrestia… Qualcuno, forse un po’ troppo legato a tradizioni e consuetudini naturali plurimillenarie e quindi già per questo retrogrado, ha qualificato aberrante la politica sociale di Zapatero, eppure il trend europeo sembra muoversi verso quel traguardo. Possibilmente con l’intento di superarlo.

Come ha giustamente e a più riprese rilevato Eugenia Roccella, le parole “madre” e “padre” saranno spazzate via anche dalla costituenda costituzione (scusate il bisticcio…) europea%2C per essere sostituite da “progenitore A” e “progenitore B”. Sempre che ci si fermi a due progenitori. L’idea è quella di mescolare al linguaggio giuridico quello proprio delle equazioni matematiche: fattori, segno e prodotto. Magari schiaffando il tutto in un bel diagramma cartesiano per valutare graficamente l’effettivo coefficiente di “progenitorialità” di ciascun componente della futura non-famiglia europea, moderna e progredita. Certo, qua c’è pure parecchia pacchia per avvocati e consulenti familiari: su che base sarà attribuita la qualifica di “progenitore A” e quella di “progenitore B”? A in fondo viene prima di B nell’alfabeto: come fare i conti con questa intollerabile ed implicita discriminazione? “A” sarà l’uomo e “B” sarà la donna? Non è possibile: qua si torna al Medioevo.

In caso di coppia gay, o “moderna” come oggi si usa dire in ossequio al politically correct, “A” sarà attribuita al progenitore più anziano e “B” a quello più giovane? Neppure questo è possibile: l’età era fattore determinante per scalare i vertici delle vecchio partito comunista cinese, gentaccia che i gay (pardon: i moderni) li impiccava. E invertendo il prodotto dei fattori il risultato non cambia: il coefficiente discriminatorio, seppur latente, c’è e resta.

Noi, nella civile Europa, ci ridiamo su speculazioni di questo tipo, ma nella spregiudicata America su queste capziosità all’apparenza risibili ci fanno cause multimilionarie. E se in questa già complicata palingenesi linguistica ci si infila uno scomodo “progenitore C, D o Y”? Nessuno implica che la moderna non-famiglia europea sia fondata da due sole persone.

A questo già preoccupante scenario, che dimostra come anche con marmellata di pensiero e pece di parole si possa tentare di scrivere una Costituzione, se ne aggiunge un altro, sempre evidenziato dalla Roccella: con particolare riferimento al Nord Europa sta aumentando a livelli spaventosi il fenomeno della famiglia mononucleare, ove la madre single non è tale in quanto tragicamente sedotta e abbandonata o divorziata, bensì decide di mettere scientemente al mondo un figlio senza consolidare in alcun modo il rapporto parentale, anche blandamente, sul piano civile con la controparte maschile, la quale è ridotta al ruolo di fuco. Nulla di più.

A venire incontro alle esigenze nella moderna mamma europea ci pensa lo Stato che, di fatto, sostituisce quasi in toto la figura paterna. Diciamo quasi in toto perché nonostante l’avanguardistica e progredita modernità che sembra imperare in Scandinavia preferiamo non pensare ad un valente funzionario del Ministero delle Famiglie norvegese che, per adamantino senso del dovere e grande spirito di abnegazione, si curi di riempire il vuoto lasciato ab origine nel talamo o lasci in giro calzini e biancheria per meglio fornire l’illusione (perché di questo si tratta) di una famiglia tout court.

La verità che emerge, se di verità si può parlare, è che la differenziazione è implicita all’Uomo (e alla Donna): non esiste provvedimento legislativo, Costituzione, decreto o dichiarazione di intenti che possa cancellare la specificità dell’individuo, la sua differenza rispetto agli altri individui, il rapporto dinamico che tra individui diversi per natura positivamente si crea e ci fa, naturalmente, progredire. E in questo Papa, Vescovi e prelati non c’entrano un bel nulla.

L’ermafroditismo che i nostri sedicenti “padri fondatori” europei vorrebbero imporci per legge ha, nella sua implicita sterilità, nel suo afflato palingenetico, nella sua fregola post-illuminista, qualcosa di eminentemente luciferino: promettendo nuove libertà e il conseguimento di mete radiose ci accingiamo a demolire il fondamento per antonomasia della civiltà naturale. Se non l’unica, la sola che ha dimostrato alla prova dei fatti di reggere, e bene, il peso dei millenni.

Tra non molto cominceremo a chiederci, forse, quale è il sesso delle lettere, tentando inutilmente di scardinare differenziazioni e dinamiche che, come possiamo ben rendercene conto nel nostro quotidiano, stanno alla base stessa della Vita e senza le quali sarebbe impossibile anche solo concepire il concetto stesso di Vita. Del resto, chi rompe una cosa per capire come è fatta, ha da lungo abbandonato la strada della saggezza…