Sulla Fiat il Pd ha finalmente preso una posizione, ma era meglio di no
12 Gennaio 2011
di Enzo Sara
Martedì 11 gennaio 2011, ore 20.33: in una dichiarazione rilasciata all’Ansa, Rosy Bindi lancia il sasso nello stagno. "Su una questione come il referendum per la Fiat di Mirafiori – dice – un partito come il nostro non può chiamarsi fuori. Il Pd deve prendere posizione". E in fondo, una volta tanto, non le si possono dare tutti i torti. Una forza politica di centrosinistra dovrebbe far sentire la sua voce su un tema delicato e far capire da che parte sta, anzichè limitarsi a scrollare le spalle come a dire: "La classe operaia? Vada all’inferno".
La Bindi, in altri termini, esorta il Partito Democratico a smentire il recente, lapidario e caustico come sempre, corsivo della Jena, che su "La Stampa" aveva scritto: "Anche stavolta nel Pd ci si divide tra chi dice sì e chi non dice niente". E l’appello della pasionaria Rosy non resta inascoltato. Il Pd comincia a prendere posizione. Anzi, posizioni: più passa il tempo e più il plurale diventa d’obbligo all’interno del partito bersaniano. D’Alema, ospite in tv a "Otto e mezzo" su La 7, sembra più preoccupato di sottolineare che la sua sciarpa, a St Moritz, non era di cachemire. Ma trova il tempo per occuparsi del caso Fiat. E lo fa da par suo: "Io non sto nè con Marchionne, nè con la Fiom". E’ proprio vero che Baffino è l’eterno contraltare di Veltroni. Dal "ma anche", infatti, si passa con una svolta perentoria al "ma nemmeno".
Poi arrivano altre dichiarazioni. Il rottamatore Matteo Renzi conferma il pregio di non avvitarsi in capriole, giochi di parole, alchimie tattiche e dialettiche: "Io – dice – sto dalla parte di Marchionne". Tocca poi alla senatrice Finocchiaro, che batte un colpo. Anzi due, uno al cerchio e uno alla botte: "Io voterei no. Ma io non sono un’operaia che ha bisogno del salario. E credo che gli operai siano costretti a dire sì". Come di consueto, insomma, ce n’è per tutti i gusti. Un’ampia-variegata-policroma-sibillina-contraddittoria gamma di tesi e dichiarazioni. L’ennesima prova di una forte identità, di una granitica compattezza, di una straordinaria chiarezza di idee da parte del Pd. Al momento attuale, non sono pervenute valutazioni della Bindi. E’ probabile che preferirà astenersi. E sembra scontato che in cuor suo starà pensando: "Forse è meglio quando non prendiamo posizione".