“Sulla Libia giusta la linea di Frattini e gli Usa non si tireranno fuori”

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“Sulla Libia giusta la linea di Frattini e gli Usa non si tireranno fuori”

05 Aprile 2011

La politica estera italiana e l’azione del ministro Frattini sulla crisi libica in queste ore è sotto la lente d’ingrandimento. I critici denunciano una strategia incerta e ondivaga dell’Italia che da una parte ha legittimato il Consiglio Nazionale di Transizione di Bengasi come interlocutore unico del nostro Paese mentre dall’altra continua a chiedere un "cessate il fuoco" ed una soluzione indolore per la guerra. In realtà, come ci spiega l’ex ministro degli esteri Gianni De Michelis, la diplomazia italiana si sta muovendo nel modo migliore, considerando che il regime di Gheddafi, ormai, è allo sfascio.

Onorevole, il ministro Frattini è sulla graticola. Lo accusano di essere troppo contradditorio sulla Libia. Abbiamo fatto bene a riconoscere il CNT come nostro unico interlocutore?

Sono assolutamente d’accordo con Frattini e con la posizione che sta prendendo l’Italia. La situazione sul terreno sta evolvendo e dobbiamo puntare ad un abbandono del potere da parte di Gheddafi.

Abbiamo scaricato definitivamente il Rais?

Il regime libico si sta sgretolando e Gheddafi non ha più alcuna possibilità di restare al potere. Da quello che leggo sulla stampa internazionale ormai anche i figli del Rais stanno cercando sponde per trovare una via d’uscita. Da parte nostra va perseguito ogni sforzo non-violento per raggiungere questo obiettivo.

Non pensa che ci siamo arrivati un po’ troppo tardi?

No, dopo la Francia siamo stati il secondo Paese a riconoscere come interlocutore il Consiglio di Bengasi.

E le critiche del senatore del Pd Giorgio Tonini?

Tonini è una voce autorevole ma quello che conta è la posizione del governo italiano e come ci stiamo comportando.

Parliamo dei nostri interessi economici. Il petrolio. ENI. L’ad Scaroni ha preso contatti con i ribelli di Bengasi. Possiamo dormire sonni tranquilli?

Quello che conta è che il Consiglio di Transizione libico abbia affermato di voler mantenere i patti stretti a suo tempo da Gheddafi con l’Italia.

Si può dire che siamo riusciti a tirare nelle operazioni in Libia anche la Turchia?

Non la metterei in questi termini perché i turchi si arrabbierebbero. Diciamo che la Turchia, come l’Italia, ha compiuto una scelta chiara ed ha dimostrato di avere una posizione equilibrata, accettando l’intervento della NATO. I turchi stanno compiendo un egregio lavoro dal punto di vista umanitario, è una nave di Ankara ad aver portato in salvo da Misurata centinaia di feriti.

Da ultimo gli Stati Uniti. Il Pentagono ha annunciato di voler ritirare i propri aerei di combattimento dalle operazioni in Libia. Gli Usa ci lasciano soli?

Non credo sia così. Certo, gli Stati Uniti hanno imparato la lezione, non vogliono più fare tutto in prima persona, ma se non ci fossero stati loro in Consiglio di Sicurezza dell’Onu crede che la Risoluzione 1973 sarebbe mai passata?