Sulla Libia il Cav. frena Sarkozy e il Pdl convince la Lega
23 Marzo 2011
Attrezzarsi per il dopo attivando la via diplomatica. Si ragiona anche su questo a Palazzo Chigi in vista dei due passaggi che attendono Berlusconi e la sua maggioranza: oggi il dibattito al Senato (domani alla Camera) e venerdì il Consiglio europeo. Sul fronte esterno, il sì di Sarkozy e Obama al comando Nato delle operazioni militari in Libia viene letto come una vittoria del governo che da giorni insiste con gli alleati affinchè vi siano obiettivi chiari e partecipazione condivisa non solo nella missione a sostegno del popolo libico ma pure sull’emergenza immigrazione che l’Italia non può accollarsi da sola. Sul piano politico, il Pdl e Lega trovano la quadra sulla risoluzione comune in Parlamento.
Venerdì a Bruxelles il premier muoverà sul tavolo europeo diverse pedine, a cominciare dal fatto che della grave situazione migratoria e umanitaria si facciano carico tutti, con una ripartizione dei flussi tra gli stati membri. Non solo, ma cercherà di ‘isolare’ la Francia rivendicando che il comando dell’alleanza passi subito sotto l’egida Nato. Una mossa, spiegano dalla maggioranza, incentrata sulla consapevolezza che all’interno dell’alleanza atlantica vale la regola del cosiddetto ‘consenso’ in base alla quale ogni decisione, compresa quella militare, deve essere condivisa da tutti. Non solo, ma come già accaduto per il Kosovo, ogni paese può esercitare il diritto di veto anche sugli obiettivi bellici.
Accanto a questo, Berlusconi cercherà di far leva sugli alleati insistendo sulla necessità di ragionare sulla necessità di mettere in campo anche una via diplomatica per preparare il terreno quando le operazioni militari cesseranno. E questo sia che Gheddafi decida di andarsene, sia nel caso in cui alla fine si riprenda il controllo almeno di parte della Libia. Ragion per cui, è il convincimento della maggioranza, al tavolo della mediazione è importante che siedano la Lega Araba e l’Unione africana. Una posizione che sul piano politico è molto vicina a quella della Lega convinta, come spiega il capogruppo alla Camera Reguzzoni, che si debba portare avanti fin d’ora il canale diplomatico e della mediazione.
E se su questo c’è una convergenza di fondo, il dato che va registrato è che oggi in Parlamento la maggioranza si presenta con una risoluzione unitaria, dopo i distinguo del Carroccio che nei giorni scorsi aveva alzato il livello di fibrillazione nel centrodestra, oltretutto coi Responsabili sulla scia dei leghisti (gli esponenti di Ir in fibrillazione per il rinvio del rimpasto di governo, proprio oggi si vedranno con Berlusconi). Il lavorìo per arrivare a una sintesi ha dato i suoi frutti se come assicurano dalla maggioranza, nel testo ci sono passaggi fondamentali che fanno sintesi delle posizioni in campo. Tra questi il pressing del governo italiano a livello europeo per l’attivazione rapida di ‘un sistema unico di asilo’ per i migranti che ne hanno diritto accompagnato però dall’impegno degli stati membri a una redistribuzione dei flussi migratori e da un maggiore partecipazione alle operazioni di controllo verso quanti si dirigono verso le coste italiane.
L’intento è quello di far sì che nel rispetto di quanto stabilito dal Consiglio affari esteri dell’Ue (lunedì scorso) l’Europa fissi un’azione di pattugliamento del Mediterraneo finalizzato da un lato a contrastare il traffico di esseri umani da parte di organizzazioni criminali all’interno delle quali spesso operano anche cellule terroristiche; dall’altro a prevenire l’esodo in massa dalle coste africane. Inoltre, non è escluso che nella risoluzione vi sia uno dei passaggi sui quali la maggioranza marcia compatta: la tutela delle imprese che a causa delle sanzioni Onu e Ue non possono rispettare i contratti attivati col governo libico. Su questo punto si farebbe riferimento ad alcuni articoli del regolamento Ue che fissano le modalità per assicurare i pagamenti dovuti alle imprese che operano in Libia sulla base di contratti attivati prima dell’entrata in vigore delle sanzioni.
Insomma , l’intenzione del governo italiano è quello di far sentire la propria voce e di ritagliarsi un ruolo di primo piano sul versante diplomatico. Per farlo è altrettanto importante ottenere una ampia convergenza in Parlamento. Per questo il centrodestra si aspetta che le opposizioni mettano da parte le strumentalizzazioni e in un momento delicato come questo diano la priorità agli interessi dell’Italia. L’auspicio è che Pd, Idv e Terzo polo convergano sulla risoluzione della maggioranza, anche se già ieri buona parte del dibattito prodotto da Bersani&C. si è avvitato sul fatto che Berlusconi riferisca in Parlamento.
Poca cosa, rispetto agli obiettivi che invece l’Italia dovrebbe portare a casa con l’impegno di tutti.