Sulla nuova manovra Monti e Financial Times restano ai ferri corti
03 Aprile 2012
“La crisi dell’eurozona c’è stata ma credo sia superata. L’Italia era considerata una possibile fiamma nell’incendio dell’eurozona, nonostante la situazione dei nostri fondamentali fosse sostanzialmente solida anche a Novembre”. E’ quanto dichiarato domenica scorsa dal presidente del consiglio Mario Monti, durante il suo intervento al Boao Forum for Asia. Ed ancora: “Sono volato in Asia subito dopo il varo del pacchetto di riforme, per chiedervi di rilassarvi un po’ circa la crisi dell’eurozona anche in considerazione del più solido sentiero imboccato dall’Italia". Una rassicurazione in piena regola, quella di Monti, volta a raccontare un’Italia appetibile ad eventuali investitori cinesi, pubblici o privati che siano.
Le condizioni dell’economia reale, però, non paiono volgere a una ripresa. Tutt’altro. I dati macroeconomici, la recessione in corso e le previsioni sui dati del Pil italiano per il 2012 preceduto dal segno meno, dipingono un paese in evidente difficoltà, sebbene il premier abbia più volte ribadito i risultati ottenuti dal suo governo: dalle misure di consolidamento del bilancio, alla modifica della disciplina del sistema previdenziale, fino ad arrivare alle liberalizzazioni. Misure propedeutiche all’abbassamento dei tassi d’interessi dei nostri titoli di stato sui mercati finanziari e alla relativa riduzione dello spread dei Btp con i Bund tedeschi.
Tuttavia, i provvedimenti dell’esecutivo si sono risolti in un mero e scontato aumento della pressione fiscale, a discapito di un livello di spesa pubblica tuttora praticamente intatto (i progetti di spending review più volte annunciati per ora non sono altro che una dichiarazione d’intenti). Le liberalizzazioni, invece, l’apertura dei mercati nel senso di una maggiore concorrenza, si sono rivelate timidissime se non addirittura al limite dell’inesistente.
E’ in quest’ottica che si inseriscono le rivelazioni del Financial Times, per cui, dati macroeconomici alla mano, l’Italia sarebbe costretta in un futuro imminente a varare nuove misure di austerity. Si tratterebbe di un rapporto redatto durante i lavori dell’Eurogruppo di venerdì scorso a Copenaghen, dalla direzione generale per gli affari economici e finanziari della Commissione Europea e ripreso stamane dal noto quotidiano d’oltremanica.
Palazzo Chigi si è subito affrettato a smentire quanto riportato dal quotidiano della City. In una nota della presidenza del Consiglio sono stati ribaditi gli sforzi dell’esecutivo volti al raggiungimento del pareggio di bilancio, da perseguire e perseguibile senza “nuove manovre correttive”. Inoltre, sempre continua la nota, “le problematiche maggiori derivano dalla crisi dell’Eurozona e dovranno essere superate con riforme strutturali che, ovviamente, dovranno tener conto anche del rigore. Ed è su questo tema che il governo si sta applicando per favorire, in Italia, e nel quadro di riforme concertate in ambito Ue, la fase due della crescita”.
Per stabilire la veridicità di quanto riportato dal Financial Times, occorrerà attendere i prossimi mesi. Monti ha smentito nuove manovre tampone, ma sul tema delle riforme impopolari ma necessarie, almeno per ora, il suo governo non è riuscito a imprimere quell’impronta liberale e riformista di cui il paese ha immensamente bisogno.