Sulla questione morale del Pd il Pdl sceglie il fair play

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Sulla questione morale del Pd il Pdl sceglie il fair play

11 Dicembre 2008

Che atteggiamento avere nei confronti del Pd? Cosa fare ora che la supposta superiorità morale della sinistra è andata in pezzi? Facile sarebbe sparare sull’avversario in difficoltà. Fin troppo. Nel pieno del ciclone “questione morale”, il Pdl di riflesso si trova a fare i conti con il proseguo di quella partita iniziata nel 1992, nella quale “il primo tempo è stata Tangentopoli e il secondo è in svolgimento”.

L’immagine calcistica è del senatore Domenico Nania ed è utile per riprendere il discorso iniziato più di quindici anni fa. Come agire? Gli anni trascorsi sulla trincea della politica italiana, spingono il senatore siciliano ad un invito ai suoi colleghi, “evitiamo di ripetere gli errori che fece la sinistra quando si autoassolse”, anzi si parta da qui per costruire “una nuova etica pubblica, attraverso un percorso da fare insieme”. L’impegno quindi pare essere quello di tendere la mano per dialogare.

Sarà a questo punto il Pd in grado di accettare la sconfitta etica? Questo l’interrogativo che il Pdl pone. Intendiamoci la tentazione di dare un colpo agli avversari traballanti potrebbe esserci, limitarsi a cavalcare la logica del “finalmente”, de “l’avevamo detto”, sarebbe riduttivo. “Guai a farlo” ammonisce Italo Bocchino, perché in questo caso “sarebbe speculazione politica nei confronti dell’avversario e dobbiamo escludere qualsiasi atteggiamento del genere”. Anche per lui da queste ceneri dovrà esserci “dialogo sul tema della giustizia”. Il tema scotta e mentre un ex radicale come Marco Taradash invita il governo a tenersi alla larga dalla questione morale e pensare solo a lavorare, c’è chi, come il senatore Quagliariello riflette scavalcando la mera questione morale. La sinistra per il senatore azzurro, si sta distruggendo per la “presunta superiorità morale”. O il Pd si libera da questa presunzione o le sue saranno lacrime di coccodrillo. “In politica, come in ogni altro ambito della vita civile, vi sono persone oneste e persone disoneste, quando le persone sono disoneste i magistrati hanno il dovere di perseguire i loro reati.  Ma tutto questo deve rientrare nella fisiologia e non nell’ideologia, guai, dunque, ad agitare lo spettro di una nuova questione morale sarebbe un nuovo vulnus che la nostra democrazia non può permettersi per nessuna ragione”.

Ed intanto i sondaggi per il Pd calano, Veltroni è nervoso, D’Alema sminuisce. Tutto nella norma. Ciò che sorprende invece è  l’invito a non festeggiare per la crisi in atto a sinistra, perché come avverte Capezzone “se il Pd implode addio a quello spirito di bipartitismo sul quale stiamo iniziando a lavorare”. Anzi, il portavoce di Forza Italia spera che da questo terremoto il Pd colga l’occasione per instaurare un dialogo che avvii una riforma della giustizia. “E’ doveroso per loro contribuire, da irresponsabili annacquare il processo”. Si avverte tra i dirigenti nazionali del Popolo della Libertà una convinzione a non voler speculare sulle disgrazie giudiziarie del Pd. Che sia la prova provata della loro acquisita maturità politica? Lo diranno le prossime settimane. E’ la costola socialista del Pdl che più di altre si sente coinvolta in questo nuova stagione, e se il “no comment” di Stefania Craxi a questo punto vale più di mille dichiarazioni, il segretario nazionale del Nuovo Psi Stefano Caldoro, uno che gira per Montecitorio con un vistoso garofano rosso al bavero della giacca per palesare le sue origini, parla di vendetta della storia, “il giustizialismo dipietrista li sta affondando”. Dall’enfasi con la quale Caldoro si esprime non pare dispiaciuto della valanga che si sta abbattendo sul Pd. E se questo dovesse sbriciolare il partito democratico e minare il bipartitismo in corso? “Pazienza, ci auguriamo che poi a sinistra venga fuori una forza che faccia da nuova amalgama”. Parole dure, parole di un socialista ferito. Non chiamatela vendetta, ma quello in atto è pur sempre un piatto che dopo oltre quindici anni i tanti socialisti del Pdl stanno finalmente assaporando.

In attesa di sviluppi ora è davvero bipartisan la consapevolezza di cosa può scatenare un rinnovato protagonismo di spezzoni della magistratura. Tanto che un ex socialista come Fabrizio Cicchitto si augura che nel Pd finalmente prenda corpo una consapevolezza garantista, “per cui si renda possibile una convergenza su un’organica riforma delle giustizia, perché il garantismo o è a 360° o non è”. Considerato il quadro storico, è ora che questa convergenza avvenga.