Sulla questione rifiuti ci vuole realismo, oltre le polemiche e i campanilismi
25 Marzo 2011
L’immagine è quella tratta dal terzo capitolo de I promessi sposi: Renzo si reca dall’avvocato Azzeccagarbugli per vedere difesi i propri diritti e porta con sé, come ricompensa della consulenza, quattro capponi, bestie "le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura". Alessandro Manzoni, con il suo racconto altamente metaforico, porta alla luce un tema ricorrente della storia dell’umanità, valido sempre: i capponi, al pari degli uomini, nei momenti difficili invece di essere di essere uniti tendono a farsi la guerra, perdendo di vista il bene comune che giova a tutti.
Questa verità può benissimo essere riletta nella dibattutissima questione della sprovincializzazione dei rifiuti napoletani, proposta in questi giorni dal Consiglio Regionale della Campania attraverso la modifica della legge 26. Fatto salvo il presupposto per cui ognuno deve sempre essere responsabile delle proprie azioni e non può far ricadere sugli altri le conseguenze delle proprie mancanze, ancor di più se queste sono avvenute per incuria o incapacità, è altrettanto vero che il senso di unità e di solidarietà dovrebbe spingere sempre ad aiutare chiunque si trovi in difficoltà, e tra qualche settimana Napoli e la sua provincia crolleranno sotto il peso dell’immondizia se non si farà qualcosa: infatti, il provvedimento si configura non solo auspicabile, ma assolutamente necessario se si pensa che la discarica di Chiaiano, per la quale è stata appurata la fuoriuscita di percolato, chiuderà il 15 maggio prossimo.
Ebbene, dati questi presupposti il quadro che emerge dal tentativo di regionalizzare il ciclo dei rifiuti è piuttosto complesso ed eterogeneo. La questione pare si possa, per somme linee, così leggere: tre sono i fronti, la maggioranza di provenienza napoletana, che approva e sostiene questo provvedimento; la maggioranza rappresentante delle altre province campane, che è contraria; l’opposizione che si oppone, anche se non in toto.
In particolare, il Pd critica la mancanza di confronto e si oppone al provvedimento, che ora è fermo nelle mani del governatore Stefano Caldoro in attesa dell’approvazione finale, sia nel merito che nel metodo. Nel coro di voci contrarie, il consigliere Umberto Del Basso De Caro (Pd) si esprime sulla questione con un appello a discuterne "liberamente e consapevolmenete", ma senza tenere presente che l’incubo rifiuti per Napoli è alle porte ed ora è il momento di agire piuttosto che confrontarsi perdendo di vista il bene comune.
Anche all’interno della maggioranza, che ha sostenuto in via generale il principio della sprovincializzazione, non c’è però unanimità di vedute. La spaccatura è evidente, se si pensa che il vicepresidente della giunta Giuseppe De Mita ha abbandonato l’aula visibilemente contrariato. Anche il Presidente della Provincia Caserta, Domenico Zinzi, ha mostrato forti perplessità, sostenendo che ognuno è artefice del proprio destino e che le incompetenze e le mancanze della Provincia di Napoli non possono ricadere sugli altri.
L’Italia dei valori, invece, con l’onorevole Nello Formisano, segretario regionale campano del partito di Di Pietro e vicepresidente della Commissione Bicamerale per la Semplificazione, prende una posizione in controtendenza tenuto conto del suo ruolo di opposizione e si schiera a favore della sprovincializzazione: "L’Idv da due anni è contraria alla provincializzazione del ciclo dei rifiuti, lo è oggi e lo sarà domani – ha dichiarato – aggiungendo che si tratta di "una legge sbagliata che è stata alla base dei diversi problemi che abbiamo avuto in questo settore e che quanto prima si cambia meglio è per tutti".
Insomma, pare proprio che le parole di Manzoni si adattino bene al quadro che oggi la politica campana presenta. Del resto, purtroppo, la questione rifiuti si presta a tutta una serie di campanilismi e di legittime preoccupazioni che i diversi attori, politici e sociali, hanno per le singole realtà territoriali: il che non facilita né una visione d’insieme dell’intero problema né il reperimento di una soluzione condivisa. Speriamo solo che l’epilogo, rispetto alla sfortunata visita di Renzo all’avvocato Azzeccagarbugli, sia diverso e che un accordo si possa trovare nell’interesse comune. La speranza è che le elezioni comunali napoletane diano nuova linfa alla città e la aiutino a trovare il modo di risolvere un problema che ormai la affligge da troppo tempo.