Sulla riforma Gelmini la sinistra ha sedotto e abbandonato gli studenti

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Sulla riforma Gelmini la sinistra ha sedotto e abbandonato gli studenti

17 Gennaio 2011

Alla perdita d’interesse mediatico per la Riforma Gelmini, ormai superata nell’agenda di governo, è prontamente seguito l’abbandono della lotta anche da parte di quel popolo studentesco che si opponeva a gran voce ai decreti proposti dal Ministro dell’Istruzione. Eppure i piccoli rivoluzionari di turno avevano messo le nostre città a soqquadro, ostacolato il regolare funzionamento dei mezzi di trasporto e occupato istituti superiori e atenei. Possibile che abbiano già ammainato la bandiera rossa? Solitamente, quando una causa è sentita nel profondo, tanto da comportare l’ingiustificato ricorso alla violenza e alla lesione della proprietà e della persona altrui, viene portata avanti strenuamente sino alla vittoria o all’irrimediabile ma eroica disfatta.

Difficile credere che i nostri giovani barbudos si siano ravveduti sul contenuto della riforma; è piuttosto facile, invece, pensare che tale sentimento di avversione non fosse mai stato sinceramente condiviso, e anzi fosse stato semplicemente aizzato e strumentalizzato da forze politiche, la cui buona fede è fortemente discutibile, al fine di ottenere un improbabile successo. La speculazione politica sull’ingenuità e sul sentimento di ribellione provato da molti giovani non è stata finalizzata alla mera opposizione a una Riforma che già tutti sapevano sarebbe stata approvata, bensì alla creazione di uno scenario da Golpe popolare nella fatidica data della Fiducia al governo Berlusconi, giornata che ha visto il peggio delle scorribande di quella settimana di fuoco, con tanto di tentata occupazione della Camera dei Deputati da far invidia alla Repubblica delle Banane.

Ancora una volta il popolo studentesco è divenuto l’inconsapevole braccio armato di una minoranza tutt’altro che propositiva e in tumultuoso affanno, priva di leader e prospettive per il futuro, la cui unica speranza era riposta nella sfiducia al Presidente del Consiglio. Sedotti e abbandonati, gli studenti continuano a elogiare personaggi politici che anelano a ottenere il consenso dei giovani al primo voto imitando improbabili beniamini di ideologie ataviche e sconfitte dalla storia. Confusi, ingenui, non si accorgono che mentre per loro è in ballo il futuro dell’istruzione, per molti politicanti senza mestiere si tratta soltanto di una poltrona in più alle prossime elezioni.

Dopo la pausa delle vacanze natalizie mi sarei aspettato nuovi cortei, nuove occupazioni. Se ciò non è accaduto vuol dire che la bizzarra voglia di fare chiasso e vivere alcuni giorni di becera anarchia ha predominato sul senso di ingiustizia di cui viene tacciata quella che la maggioranza dei cittadini italiani, invece, considera la riforma del merito.