Sulla Sanità Vendola rischia di fare la fine di Bassolino

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Sulla Sanità Vendola rischia di fare la fine di Bassolino

23 Marzo 2011

In attesa di capire come Vendola e il suo assessore alla Sanità, Tommaso Fiore, faranno per trovare i 144 milioni di euro necessari per ripianare il deficit nel settore sanitario, l’unica azione posta in essere è il taglio e il ridimensionamento dei presidi ospedalieri. L’impopolarità di questo modo di fare il governatore Vendola lo sta verificando sulla sua pelle, con l’aggiunta che contestualmente deve anche districarsi con l’intricata questione giudiziaria che coinvolge il suo ex assessore alla Sanità, Alberto Tedesco, con i vertici regionali del Pd che hanno chiesto l’azzeramento di tutti i vertici delle Asl, per non parlare poi della patata bollente delle internalizzazioni all’indomani della sentenza negativa della Corte Costituzionale.

Ma chiudere gli ospedali, come è noto, è molto impopolare. Sicuramente in passato, anche per interessi clientelari, le strutture si sono moltiplicate. Ed oggi, a distanza di pochi chilometri, è facile trovare presidi che sono uno il doppione dell’altro. Resta il fatto che ormai ogni comune è abituato al suo ospedale, che difende con i denti e con le unghie, sia per garantirsi una struttura che gli possa offrire cure immediate in caso di bisogno sia per ragioni occupazionali. I ridimensionamenti e gli accorpamenti sono iniziati in questi giorni, ma le protestano montano, anche perché il piano di riordino presenta molte incongruenze.

Singolare il caso dell’ospedale di Gioia del Colle che – come sostengo i consiglieri regionali del Pdl – certo adesso non può più essere oggetto di depotenziamento come previsto dal riordino ospedaliero, né tantomeno di chiusura come ventilato dall’assessore, perché dovrebbe essere il primo presidio di riferimento per la base Nato di Gioia del Colle dove è di stanza il 36° stormo che da qualche giorno ha assunto un ruolo militare strategico per la difesa aerea della coalizione impegnata in Libia.

Come è noto, l’ospedale di Gioia costituisce da sempre un presidio sanitario molto importante, sia per l’elevato numero di cittadini che si servono delle sue prestazioni sanitarie, che per la presenza in città del 36° stormo dell’aeronautica, base militare strategicamente ed operativamente tra le più importanti d’Italia e che da sempre ha utilizzato l’ospedale gioiese come struttura di riferimento per le cure al proprio personale, per motivi logistici e per l’erogazione di servizi sanitari altamente specializzati. Considerato, quindi, che in questi giorni l’aeronautica militare ha innalzato il livello di attenzione e rafforzato la prontezza operativa degli scali di Trapani Birgi e Gioia del Colle, la base pugliese sta per diventare uno dei maggiori presidi nazionali nell’ambito della Nato nel settore della difesa aerea all’interno del bacino del Mediterraneo, assumendo così un’importanza strategica in chiave internazionale.

C’è da domandarsi come e se Vendola riuscirà a tamponare una situazione ai limiti dell’esplosivo, specialmente se si tiene conto del fatto che per Nichi la Puglia non rappresenta un impegno esclusivo, ma sempre di più un’attività residuale che viene sacrificata in nome di ambizioni nazionali a carattere personale.