
Sull’aborto, lo sfogo di un laico molto devoto

24 Aprile 2007
Guareschi aveva capito e apostrofato da par suo il gregge dei laicisti, progressisti e iper-democratici, già fin troppo circolanti al suo tempo, anche nelle fila della Dc di allora: lorsignori portano “il cervello all’ammasso”. Malattia spirituale, che attraversa il cuore e la testa degli apologeti della società permissiva e non dà più tregua, avendo innalzato un muro di gomma mediatico e fisico a difesa della menzogna e dell’ipocrisia. Ipocriti e sepolcri imbiancati se ne vedono da tutte le parti, oggi, e non parlo dei più simpatici voltagabbana, che fanno gola solo a quei gossippari delle buvette parlamentari, anzi direi che quelli siano più decenti; no, parlo di una nuova razza – sarei tentato di dire: “eletta”! – di uomini “democratici”, la quale non sente storie, chiude la bocca con gli epiteti soliti, dal “fascista” al “reazionario”, infine puoi anche sentir tirar fuori qualche simpatico “clerico-fascista” (Capezzone è il genio di turno, stavolta). Molta libertà, quanta ne volete, tranne quando si tratta di criticare l’aborto, ad esempio, o l’eutanasia (qui c’è qualche pertugio maggiore, ma ancora per poco, vedrete…). Tutti questi campioni di “laicità” si stringono attorno agli idoli voltairiani solo un tanto al chilo, dopo si incazzano, danno in escandescenze e, usando sapientemente i massmedia, tentano di chiudere la bocca a chi, invero assai laicamente, intende avanzare il lecito, aureo e fecondo dubbio sull’ipocrisia dell’“interruzione di gravidanza”, come espressione, in primis, e poi come esercizio assoluto di libertà individuale, di auto-possesso del corpo della donna, di democraticismo femminista-progressista, etc, etc. Un regime ideologico-idolatrico. Anziché il Tempio, costoro hanno in testa le vestigia ormai rottamate degli anni settanta, neppure riveduti e corretti, ma prolungati come grande “conquista civile” (sic!).
Uno strazio che si protrae da fin troppo tempo. Strazio che, di quando in quando, viene interrotto da qualche ecclesiastico con gli attributi e con la testa, come Mons. Amato, il “numero due” della Congregazione per la Dottrina della Fede, che, forte della sola verità oggettiva e naturale, pianta un colpo d’ascia in mezzo al tavolo dei laicisti, che la metà basterebbe; e poi trattando di cosa? Del terrorismo! Eh già, perché Mons. Amato si trovava a parlare durante il Seminario mondiale dei cappellani cattolici e membri delle Cappellanie dell’Aviazione, e, così, seccamente, affonda il colpo: “Oltre all’abominevole terrorismo dei kamikaze, che occupa quotidianamente la nostra cineteca mediatica, c’è il cosiddetto “terrorismo dal volto umano”, anch’esso quotidiano e altrettanto ripugnante, che viene subdolamente propagandato dai mezzi di comunicazione sociale, manipolando ad arte il linguaggio tradizionale, con espressioni che nascondono la tragica realtà dei fatti, come quando l’aborto viene chiamato interruzione volontaria della gravidanza e non “uccisione di un essere umano indifeso”, o quando l’eutanasia viene chiamata più blandamente “morte con dignità”. La verità che guarisce dal male spirituale dell’ipocrisia, che saccheggia il meglio delle intelligenze critiche, a destra come a sinistra, in ciò con tendenza bipartisan perfetta: allora, cos’è più “laico”, produrre un’ideologia di Stato che accetta, legittima e ingoia tutto, pur di non esser tacciata di “reazionaria” e “clerico-fascista”, oppure l’esercizio critico, della ragion critica, che%2C fede o non fede (perché ci sono fior di agnostici che picchiano duro su questo punto, sia chiaro), dica: qui il re è nudo!
Se non è lecito mettere in discussione una legge, il totem della 194, la sua applicazione, insomma l’intero armamentario retorico-ideologico, peraltro più che liberale, direi radical-laicista, cioè pannellian-totalitario, allora che laicità è mai questa? Di che stiamo parlando? Di un regime a quattro strati, dominati dai massmedia sedicenti “progressisti” e il gregge o il popolo bue, educato a vendere la libertà pur di essere socialmente ammesso alla corte di Gengis Khan? In Inghilterra, dove stanno arrivando a punti inverosimili di ideologismo scientista-progressista e radical-laicista, eppure comincia la rivolta delle coscienze di fronte all’uso dell’aborto come contraccettivo chirurgico e ciò implica che, anziché stracciarsi le vesti e impallidire, da chierichetti progressisti, per il “dolore di queste povere giovani donne che sono “costrette” (da chi?) ad abortire, magari non volendo, etc.etc.”, si cominci a riflettere seriamente e drammaticamente sul “genocidio censurato”, per dirla con Socci e sulle sue devastanti conseguenze etiche, antropologiche, sociali e culturali. Sembra che il più debole, per i radical-laicisti, sia soltanto chi viene condannato alla sedia elettrica, cioè a morte, e non chi, debolissimo, fragile e incosciente di quanto gli sta capitando, il piccolo essere umano indifeso, alla mercè della scelta di un altro essere umano che sa già di avere la sua dose di legittimazione di giustificazione sociale (il che poi non la salva dalle ferite che si porterà dentro, come mille studi hanno certificato), dunque, nella società permissiva, tutta l’eredità di cui ha bisogno.
Ecco il cosiddetto pensiero “laico”: la democrazia totalitaria fondata sulla morte (di Stato) di un numero statisticamente “accettabile” di esseri umani indifesi, a patto, naturalmente, di non farlo sapere troppo in giro e di avere un solido e costante appoggio, quando qualche matto volesse far saltare il tavolo dei macellai di Stato, da parte dei massmedia neogiacobini e dei gruppi editoriali radical-laicisti. Tutto qua. Se ci sono queste due condizioni, avanti tutta. Finché… finché, ecco, qualcosa non torna più e i medici inglesi, ad esempio, il che è tutto dire, fanno obiezione di coscienza, lasciando la tragica responsabilità dell’aborto, cioè dell’omicidio “legalizzato”, ai medici di qualche clinica privata. Anche il terrorismo dal volto umano può trovare, come ultima resistenza, il volto umano di chi cerca e vuole la verità e dunque la vita. Osserva Josephine Quintavalle, dell’associazione “Alive and Kicking” (“Vivo e scalciante”): “Il Regno Unito è ormai consapevole che vi sono troppi aborti. Dovremmo collaborare perché l’aborto diventi raro”. Appunto.