Sulle aperture commerciali no a sterili polemiche, ma serve un confronto serio

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Sulle aperture commerciali no a sterili polemiche, ma serve un confronto serio

23 Marzo 2012

di V. F.

E’ vero, la situazione del commercio, in Abruzzo come nel resto dell’Italia, se non dell’Europa, è difficile. Ed è su questo che bisognerebbe concentrarsi, piuttosto che alimentare inutili polemiche sugli orari di lavoro, come in questi giorni sta facendo l’opposizione in Consiglio regionale. Tutto parte dal decreto liberalizzazione varato dal Governo Monti. E l’opposizione ne approfitta per montare le polemica, invece di sollecitare un serio e responsabile confronto su un tema oggi più che mai delicato.

A spiegare meglio la situazione è l’assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione: "L’attuale amministrazione regionale – scrive Castiglione – è stata la prima ad imporre una moratoria circa l’apertura della Grande Distribuzione che vige su tutta la regione Abruzzo fino al 2014. Di fronte al fatto che il Governo Monti ha istituito la liberalizzazione sia delle nuove aperture commerciali che degli orari di lavoro, la Regione Abruzzo da tempo si è confrontata e si confronta su un tavolo appositamente costituito per rispondere alle esigenze del settore commercio, di comune accordo con le Associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti oltre ai sindacati dei lavoratori. Da tale tavolo è emersa la volontà di non produrre ricorso alla Corte Costituzionale circa le norme sulle liberalizzazioni, in quanto non avrebbe prodotto gli effetti sperati sul territorio, considerando anche che poche Regioni hanno proceduto in tal senso.

Si è deciso invece di procedere alla redazione di un progetto di legge da portare quanto prima in Giunta e poi in Consiglio regionale dove verrà ribadita da un lato la competenza esclusiva delle Regioni in materia di commercio, così come prevede l’art.117 c. 4 della Costituzione, dall’altro la necessità di confermare il blocco circa le aperture di nuovi grandi centri commerciali, visto che l’Abruzzo ha la più alta densità come presenza della grande distribuzione. A questi due punti verrà aggiunto quello relativo ad un contingentamento del numero delle domeniche e dei giorni festivi in cui gli esercizi commerciali potranno essere aperti.

Tali norme hanno già la massima condivisione delle associazioni di categoria come Confesercenti e Confcommercio e dei sindacati dei lavoratori con le quali il confronto costruttivo avviene in maniera continuativa. E’ evidente che tale progetto di legge si andrà a scontrare, così come avvenuto per altre Regioni, contro il provvedimento nazionale sulle liberalizzazioni convertito nella giornata di ieri. Ma di una cosa si è certi. Tutte le Regioni, compreso l’Abruzzo, per il tramite del Presidente della Conferenza Stato Regioni Errani, hanno chiesto un tavolo di confronto serrato con il Governo perché si è convinti che non vi è alcun nesso tra aperture nuove ed estese nell’orario e crescita dei consumi. Sono ben altre infatti le leve su cui intervenire. Il tavolo regionale avviato si appresterà, subito dopo aver varato il progetto di legge, alla redazione del testo unico del Commercio, data la sua necessità.

I problemi del commercio non possono essere solo quelli legati alle aperture domenicali e festive, ma anche al problema del credito con l’avvio di un confronto con l’Associazione Bancaria Italiana, circa il potenziamento del ruolo dei Confidi, e all’avvio di nuove forme di commercio aggregato come i Consorzi di Via, i Centri commerciali naturali ed i Distretti commerciali. E qui mi sento di dare grande attenzione a tali forme associate di commercio sui nuovi bandi sulle reti di impresa, di prossima uscita. Non possiamo ingenerare comunque una guerra intestina tra grande e piccola distribuzione, perché ne andrebbe di mezzo l’esistenza sia dei piccoli commercianti che dei lavoratori della piccola e grande distribuzione. Occorre trovare un punto di incontro che in Abruzzo – conclude l’assessore – si era già trovato e che il Governo Monti ha provveduto a scompaginare".